La nuova Champions League è ora realtà: scetticismo, attesa, suspense, alla fine è il torneo è sempre quello che conosciamo, eccezionalmente spalmato su tre giorni all’esordio, per la prima volta con una classifica unica e con cinque italiane ai nastri di partenza. E per il Bel Paese, l’avvio è a rilento e agrodolce, anche se gran parte delle avversarie erano assolutamente ostiche. Una vittoria, facile, un ko, brutto per come è arrivato, e poi tre pareggi per 0-0. E la maxi-classifica parla chiaro: la Juventus è tra le prime otto e se la fase del girone finisse adesso sarebbe già agli ottavi di finale, Atalanta, Bologna e Inter sono dentro alle ventiquattro che fanno gli spareggi, il Milan sarebbe eliminato. Ma ci sono ancora sette partite tutte da vivere e i rapporti di forza sono destinati a mutare sensibilmente, così come il livello delle avversarie.
Già, perché la squadra di Motta ha ospitato un Psv sconclusionato e impresentabile, e dopo aver faticato nel primo quarto d’ora, ha dominato, segnato tre gol e subito un gol evitabilissimo nel recupero, il primo di questa stagione che è iniziata col botto, poi con i due pareggi in campionato che hanno fatto un po’ storcere il naso, quindi adesso con il Napoli che può essere un importante test d’urto. Sempre martedì, la brutta sconfitta del Milan: perdere col Liverpool ci sta, anche in casa, anche 1-3, ma l’ultima mezzora di vuoto siderale, i gol subiti allo stesso modo e la contestazione rendono l’ambiente rossonero una polveriera. E adesso c’è il derby…
Parli del Diavolo, spunta l’Inter. Che ha pareggiato per 0-0 in casa del Manchester City, non è un’impresa ma non siamo nemmeno troppo lontani. La squadra di Inzaghi ha rischiato di perderla e anche di vincerla, se l’è giocata alla pari contro gli alieni di Guardiola, ha tenuto a bada Haaland, iniziando peraltro senza Lautaro dal 1′, ha dimostrato di avere tenuta e maturità, e in Europa questo ti fa andare avanti. Sempre mercoledì, il Bologna di Italiano ancora alla ricerca della prima vittoria e di un’identità ha pareggiato contro lo Shakhtar Donetsk su un campo pesante e quantomeno non ha subito gol: ma era una partita da vincere per chi arriva dalla quarta fascia e i tifosi cominciano a spazientirsi. Infine, la buona Atalanta tradita da un rigore sbagliato da Retegui e in grado di far sembrare l’Arsenal di Arteta una squadra normalissima. Insomma, i campioni d’Italia e i vincitori dell’Europa League tengono testa alle due corazzate della Premier League, e questa è un’altra nota positiva.