E’ la solita Juventus per larghi tratti, ma non c’è nessuna figuraccia in casa del Psg per i bianconeri, che perdono 2-1 contro una corazzata regalando un tempo ma mostrando segnali incoraggianti nella ripresa. Al Parco dei Principi il risultato finale è quello giusto, la sconfitta è meritata, oltre che preventivata, ma viste le previsioni catastrofiche di molti, è un ko che può paradossalmente essere ben accolto dall’ambiente, e può dare consapevolezza ai giocatori e all’allenatore: se si osa di più, se si riempie l’area, se si evita di speculare, questa squadra può dire la sua, che sia lo Spezia o il Psg.
I campioni di Francia dominano il primo tempo, anche se di fatto hanno solo due occasioni e le mettono entrambe dentro con un Kylian Mbappe sempre più stellare. Neymar e Verratti inventano, il francese col numero 7 ha una rapidità di esecuzione e una potenza in quel piede che davvero fanno paura. Una doppietta splendida da fuoriclasse assoluto, quello che manca – per ora – alla Juve che attende di recuperare tanti giocatori dall’infermeria piena. E se nel primo tempo la squadra di Allegri è molto rinunciataria, nella ripresa gioca in modo assolutamente diverso e attacca con autorevolezza a maggiore spirito di iniziativa, accorciando le distanza subito con McKennie che sfrutta un buco di Donnarumma francamente clamoroso.
Non basta controllare il gioco e rischiare relativamente poco dentro per pareggiare una partita che è nata male ma è proseguita in crescendo, e forse non sarebbe nemmeno stato giusto per gli sprazzi fatti vedere dai ragazzi di Galtier, ma la Juve del secondo tempo è una squadra che non sfigura al cospetto di una formazione così infarcita di top player. La dimostrazione che gli interpreti contano, ma anche la voglia di proporre gioco, di osare, quella che troppe volte è mancata alla juve allegriana. La mossa di togliere Milik per Locatelli non aiuta la fase offensiva nel finale, ma le occasioni non mancano e il portiere italiano dei padroni di casa si riscatta con qualche parata. Insomma, poteva andare molto ma molto peggio, ed è anche da queste sconfitte che ci può essere una svolta in positivo.