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La Juventus si stava accontentando di pareggiarla e finisce per vincerla col suo DNA che ormai è tornato pienamente quello di Allegri, l’Atalanta spavalda anche a Old Trafford sfiora l’impresa e viene punita oltre i propri demeriti. Serata agrodolce per le italiane nel mercoledì di Champions, con la squadra bianconera che in casa dello Zenit combina ben poco in attacco, per larghi tratti si accontenta di gestire e di evitare di perderla, e improvvisamente all’87’ si ritrova in vantaggio con un colpo di testa (sic!) di Kulusevski, finalmente decisivo. Finisce 0-1, sai che novità : è il quarto di fila contando tutte le competizioni, due piazzati in Champions e due in campionato: è la teoria del corto muso, del musetto del cavallo che per un soffio è davanti. L’ennesima vittoria alla Max Allegri, il pragmatismo di un grande allenatore, la fortuna che aiuta e non guasta mai. E soprattutto, nove punti in classifica che luccicano: la qualificazione agli ottavi è praticamente in cassaforte, tocca solo capire se da primi o da secondi in un girone in cui il Chelsea resta a -3.
L’altra faccia della medaglia, purtroppo, è quella della Dea che fa vivere un grande sogno ai suoi tifosi e in realtà a tutta Italia: stavamo per vincere a casa loro, dagli inglesi che la notte prima avevano disturbato i sonni dei ragazzi di Gasperini con infantili mezzucci. Lo 0-2 con cui si chiude il primo tempo non è certo un sogno ma solida realtà : due gol con Pasalic che in coppa segna sempre e Demiral, costretto poi al cambio per infortunio, rimontati in un secondo tempo in cui la squadra di Solkjaer attacca con la forza della disperazione e per non far prendere una piega tremenda alla loro stagione. Purtroppo, la qualità paga sempre e non c’è il miracolo: Rashford e Maguire pareggiano i conti, un Ronaldo fino ad allora disastroso piazza la zampata di testa a dieci dalla fine e trasforma in un incubo la serata dell’Atalanta. Ma la qualificazione in Champions è assolutamente alla portata.
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