La nona semifinale di Champions League della storia dell’Inter è solo la seconda con un vantaggio di due reti all’andata. La prima è quella del 2009/10, preludio di un Triplete storico e teatro anche dell’unica sconfitta nella gara di ritorno in 115 anni di storia nerazzurra nel penultimo atto del massimo torneo europeo. Al Camp Nou Pique siglò all’86’ l’inutile gol della vittoria del Barcellona, dopo il 3-1 dell’andata degli uomini di Mourinho. Il bilancio generale dell’Inter in semifinale, prima del doppio confronto con i rossoneri, dunque è quello di cinque qualificazioni alla finale e di tre eliminazioni (una delle quali nel primo euroderby). Nel complesso, dal 1964 ad oggi, dunque, l’Inter ha perso una sola volta nel secondo atto, proprio contro i blaugrana. Stasera contro il Milan a San Siro la squadra di Simone Inzaghi ha il compito di proteggere il 2-0 dell’andata e per farlo l’allenatore sembra voler confermare le sue scelte. Dopo il turnover nel turno di campionato contro il Sassuolo, il tecnico piacentino dovrebbe riproporre lo stesso undici iniziale del derby d’andata. Sulle fasce spazio a Dumfries e Dimarco, mentre in regia Calhanoglu è in vantaggio su Brozovic. Sul fronte d’attacco l’esperienza di Edin Dzeko dovrebbe prevalere sul momento di forma di Romelu Lukaku.
“Non so se può gestire tra partite in una settimana”, ha detto Inzaghi dell’attaccante belga, destinato alla panchina e a vedere il campo nella ripresa. Al fianco di Lautaro, quindi, tocca al bosniaco che insegue la prima finale di Champions League in carriera. Una semifinale lui l’ha già giocata, ai tempi della Roma, con tanto di due gol contro il Liverpool. Anche l’altro ex giallorosso Henrikh Mkhitaryan cerca conferme dopo la splendida prova dell’andata. Con lui Nicolò Barella, affamato di grandi appuntamenti e palcoscenici dopo aver saltato la scorsa stagione il doppio confronto col Liverpool. L’Inter non può permettersi i black out visti contro il Sassuolo, ma Inzaghi sembra essersi soffermato sull’argomento nello spogliatoio: “Abbiamo già affrontato una situazione analoga in Champions contro il Benfica: successo per 2-0 all’andata in trasferta e ritorno in casa. Anche in quel caso abbiamo avuto delle difficoltà nella seconda sfida, ma abbiamo passato il turno. Noi non ci sentiamo già in finale: abbiamo un meritato vantaggio dopo il primo incontro, ma non abbiamo fatto nulla. Abbiamo giocato 4-5 finali negli ultimi 20 mesi, abbiamo campioni d’Europa, campioni del mondo… Dovremo pensare a offrire una prestazione importante e non speculare sul risultato dell’andata o gestire”. Tradotto: l’Inter cercherà la fiammata iniziale, sapendo che nell’approccio alla gara il Milan spesso e volentieri è apparso in difficoltà. Poi, ad un certo punto della gara, potrebbe essere necessario iniziare a gestire. Solo una volta in Europa Simone Inzaghi ha subìto una rimonta da un vantaggio di due o più reti: nel 2018 in Salisburgo-Lazio quando i biancocelesti incassarono 4 gol in 20 minuti. Era l’Europa League, nella cornice della Red Bull Arena, con una rosa con meno qualità e rotazioni. Altro mondo, ma stavolta l’avversario si presenta con un Rafa Leao in più dal 1′. In Serie A con il portoghese titolare, il Milan ha guadagnato 2.2 punti di media a partita, registrando il 64% di vittorie. Senza Leao, la media scende drasticamente. È lui il principale ostacolo per l’Inter alle porte del sogno della sesta finale.