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Undici dicembre duemiladiciotto, dieci dicembre duemiladiciannove. Un anno esatto, un cerchio che si chiude, un finale identico: Inter eliminata all’ultimo turno dei gironi della Champions League. Un anno fa il Psv in un girone con il Barcellona, oggi il Barcellona: sempre a San Siro. Diverse similitudini, ma con una guida tecnica diversa: allora Luciano Spalletti, oggi Antonio Conte. Ma l’identico epilogo è una cosa, analizzare il percorso dei due cammini è un altro.
Partiamo da un presupposto: l’Inter in entrambe le occasioni ha pescato due gironi davvero tosti basti pensare che l’anno scorso beccò la futura finalista e ovviamente il Barcellona che scalzarla dal primo posto nei gironi è una cosa semi impossibile. Quest’anno ancora il Barcellona, poi il Borussia Dortmund che di certo non è l’ultima arrivata e lo Slavia Praga. Proprio la prima partita in casa contro i cechi, a livello di gioco, è stata l’unica partita toppata da parte di Lukaku e compagni che per due volte hanno messo sotto il Barcellona (al Camp Nou per 60 minuti fu davvero quasi un dominio) e a San Siro ha creato almeno dieci palle gol netti sbagliando di tutto e di più davanti al portiere. L’anno scorso non fu così: è vero, l’Inter prese un punto con il Barcellona (1-1 a San Siro e 2-0 al Camp Nou), ma non diede mai l’impressione di essere minimamente parente della squadra di quest’anno. Per non parlare di Inter-Tottenham: partita vinta in maniera rocambolesca con i londinesi che sino all’80’ avevano dominato in lungo e in largo. E’ vero, l’epilogo è stato lo stesso: ma questa Inter ha regalato sprazzi di grande calcio a livello europeo. Il miglioramento è evidente, d’altronde la classifica in campionato non mente. L’obiettivo dell’anno prossimo sarà non arrivare all’ultima giornata ancora in bilico perché il famoso detto ‘non c’è due senza tre’ sarebbe davvero l’ennesima beffa di dicembre.
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