Il Real Madrid supera la tempesta, decide di soffrire, lo fa con dignità e in modo operaio trascina una partita tutta indirizzata verso il Manchester City ai rigori: poi, all’improvviso, i due protagonisti inaspettati sono Lunin, criticato all’andata ma reduce da una bella stagione, e Rudiger, che stasera aveva tanto sulla coscienza. Il primo para due volte, il secondo segna il tiro dagli undici metri decisivo e così Re Carlo vola in semifinale, ancora una volta, Guardiola abdica e non ripete quanto fatto un anno fa. E sulla strada dei blancos, c’è il Bayern Monaco che ha estromesso l’Arsenal. Tuchel vuole salutare da eroe, Arteta rischia la beffa anche quest’anno su tutta la linea. E dopo la grande abbuffata di gol, due settimane e si torna già in campo. Della Champions non ci si stanca mai.
Non è e non poteva essere la partita dell’andata: i cavalli a briglia sciolta del Bernabeu lasciano spazi ai ragionamenti visto che mancano solo 90′ (o 120′) al verdetto su chi raggiungerà la semifinale. E allora, c’era da aspettarsi non tanto un avvio arrembante del City, ma di possesso, trame e tentativi di sbloccarla. Vani, però: Haaland non la prende quasi mai e all’improvviso ecco la giocata improvvisa stile Real Madrid che vale lo 0-1: Bellingham tira fuori uno stop surreale, palla a Valverde che serve col tempo giusto Vinicius, bravo a caracollare in area per poi servire Rodrygo. Il brasiliano classe 2001 sbaglia la prima conclusione, Ederson respinge, ma a porta vuota in tap-in mette dentro la seconda. E cambia il copione: adesso la squadra di Ancelotti può davvero giocarsela con ripartenze e difesa attenta. Attenta ma non troppo, perché c’è una traversa di Haaland e in generale poco prima dell’intervallo gli inglesi sembrano lievitare, anche se non abbastanza per impensierire ulteriormente Lunin. All’intervallo i blancos avanti e avremmo tanto voluto ritrovarci negli spogliatoi per sentire cosa possono aver detto i due strateghi ai loro giocatori. La ripresa prosegue sullo falsa riga della seconda metà del primo tempo, ma per il pareggio dei cizitens bisogna attendere il primo e unico errore di un singolo a livello difensivo per il Real, con Rudiger che spazza male e regala il comodo pallone per colpire da mezzo metro al solito De Bruyne. Si va così ai supplementari e l’inerzia sembra essere passata dalla parte dei ragazzi di Guardiola, non arrivano però occasioni degne di nota e anzi al 105′ ancora lui, ancora Rudiger, ha sulla coscienza qualcosa, stavolta una clamorosa palla gol offensiva. Lunin non perfetto all’andata, Rudiger colpevole stasera, entrambi saranno decisivi ai rigori e il Real vola in semifinale. Delusione tremenda per Guardiola, che per quanto visto in questi 120 minuti può senz’altro rammaricarsi. Testa alla Premier per gli inglesi, che sperano di recuperare un Haaland apparso in queste due sfide dei quarti davvero avulso e in difficoltà.
Nel frattempo, altra partita bloccata, tattica, nervosa in quel di Monaco di Baviera, dove il 2-2 di Londra è un lontano ricordo: restano però ritmi simili, intensità e voglia di riscattare una stagione per i tedeschi, di evitare di perdere tutto in pochi giorni per i Gunners, che in Premier hanno subito il secondo sorpasso in due anni dal City e ora devono inseguire. L’inseguimento è tale anche sul campo stasera, perché dopo l’ora di gioco è Joshua Kimmich a trovare il guizzo che vale una semifinale. Già, perché sono molto confusi ed estemporanei i tentativi di assalto da parte dei londinesi, che peccano ancora una volta in maturità e non riescono a tornare in semifinale, nemmeno con Arteta che ha fin qui rivoluzionato una squadra e l’ha portata ad altissimi livelli, ma senza riuscire a salire l’ultimo gradino. Separato in casa, a un passo dall’esonero, poi silurato con comunicazione data in anticipo: Tuchel saluterà a fine stagione, ma vuole salutare da eroe anche in casa Bayern. E a questo punto una stagione fallimentare, con la Bundesliga persa in favore del Bayer Leverkusen, può ancora diventare straordinaria. Chi lo avrebbe mai detto.