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“Ensemble on va le faire”. Forse. Non è bastata una campagna social imponente per caricare l’ambiente e permettere al Paris Saint Germain di compiere il miracolo e ribaltare il risultato del Bernabeu (3-1) contro il Real Madrid nella cornice di un Parco dei Principi caldissimo in questo ritorno degli ottavi di finale di Champions League. Anzi, la squadra di Emery è apparsa a tratti indolente, incapace di tenere testa ad una squadra abituata a vincere. E alla fine il risultato finale ha dato ragione al Real di Zidane con un risultato finale di 5-2 nel doppio confronto per i blancos. Troppo poco per una club che continua da anni a spendere cifre monstre e che nell’ultima sessione estiva di calciomercato ha fatto registrare il trasferimento più oneroso della storia del calcio (Neymar, 222 milioni di euro).
L’eliminazione brucia e la Champions League diventa definitivamente ossessione per Nasser Al-Khelaïfi, pronto forse ad uno stravolgimento strutturale per competere con le grandi d’Europa. La remuntada col Barcellona al Camp Nou resta una ferita aperta che forse condizionerà il Psg chissà per quanto tempo in campo europeo. Dall’altra parte, c’è un Real Madrid inumano e senza limiti con Cristiano Ronaldo come simbolo perfetto di onnipotenza. Il tredicesimo successo traccerebbe un definitivo solco tra il club di Florenzino Perez e le altre regine d’Europa in campo internazionale e proietterebbe il Real verso un altro incredibile record: la quarta Coppa del Mondo per club, staccando il Barcellona. Florentino Perez batte e domina Al Khelaifi. E chi lo avrebbe detto all’origine che i proprietari nazionali avrebbero avuto la meglio dei petrodollari? In pochi avrebbero pronosticato un epilogo simile. Ma per uno sceicco battuto, ce n’è un altro a caccia dell’impresa. Manṣūr bin Zāyed e il suo Manchester City il guanto di sfida lo hanno lanciato da tempo: Ronaldo e Messi sono avvertiti.