Nella strada che porta ad Anfield Road imbattersi nei murales dedicati a Jurgen Klopp non è difficile. È in questo contesto che Arne Slot, il nuovo allenatore del Liverpool, si sta muovendo dopo aver raccolto l’eredità pesante di uno dei tecnici più amati della storia dei Reds. La partenza è stata super: la piazza lo ha accolto benissimo, con il contributo dello stesso Jurgen, che nel suo ultimo giorno da allenatore, col megafono in mano, intonò un coro per il suo erede. Nove punti in tre partite, con tanto di 3-0 ai rivali di sempre del Manchester United. Poi la sconfitta per 1-0 col Nottingham proprio pochi giorni prima del debutto in Champions League, in programma stasera a San Siro contro un Milan che ha assoluto bisogno di trovare solidità in una settimana che, dopo i reds, vedrà Leao e compagni in campo contro l’Inter nel derby. Un passo alla volta, anche se Paulo Fonseca ammette di non poter “dimenticare la sfida del prossimo weekend”. Due squadre diverse, Liverpool e Inter, che hanno cambiato poco nell’identità dell’11 titolare. Arne Slot ha fatto l’unica scelta che si potesse fare dopo aver sostituito Klopp: dare continuità , con alcune innovazioni, senza proporre rivoluzioni tattiche. Lo dimostra il mercato con Mamardashvili e Federico Chiesa come unici nuovi acquisti di una squadra considerata più che completa.
Le innovazioni ci sono, non potrebbe essere altrimenti. Il possesso palla è prolungato e ragionato. La pressione è sempre intensa, ma con articolazioni diverse, con un approccio forse più equilibrato rispetto al passato. Arne Slot poi sa come lavorare bene sulla difesa. Fin qui in Premier ha subìto un solo gol, mentre nella scorsa stagione, alla guida del Feyenoord, in Champions la sua squadra fu la seconda migliore per numero di tiri concessi, dietro solamente al City. Non mancano poi novità in relazione ai singoli. Gravenberch, considerato una seconda linea da Klopp, è un intoccabile di Slot con quattro gare su quattro da titolare. Tanto spazio poi per Jota, fin qui preferito al centro del tridente sia a Gakpo che a Nunez. Non un dettaglio visto che l’ex allenatore del Feyenoord in Olanda era solito giocare con una prima punta strutturata fisicamente come Santiago Gimenez. La sensazione però è che la grande rottura col passato abbia molto a che fare col ruolo che avrà Nunez. L’ex Benfica non è ancora mai partito titolare in stagione e con Klopp ha segnato solamente venti gol in due stagioni di Premier League. Pochi per chi arrivò in Premier con l’immagine di anti-Haaland e che ora rappresenta una delle tante sfide di Slot sulle rive del Mersey. Stasera potrebbe toccare proprio a lui: Nunez prima punta con Salah, Szoboszlai e Gakpo a supporto. Poi Endo e Gravenberch, mentre in difesa tocca ad Alexander-Arnold, Konate, Van Dijk e Robertson. Se c’è una cosa positiva per il Milan, è che c’è poco da studiare: questo Liverpool sembra essere davvero simile al passato.