Due soli acquisti e 120 milioni spesi, a fronte di due cessioni a parametro zero di due pezzi da 90. Il nuovo Manchester City, fresco campione d’Europa, cerca la Supercoppa Europea contro il Siviglia con Mahrez e Gundogan in meno, ma con Kovacic e Gvardiol in più. Non solo. Il 2023, treble a parte, non sembra voler sorridere a Kevin De Bruyne che, dopo l’infortunio in finale contro l’Inter, potrebbe essere costretto a rientrare nel 2024 per una ricaduta (con complicazione) al problema al bicipite femorale. Un guaio non da poco per Pep Guardiola che nella prima finale dell’anno deve rivoluzionare il reparto. Al fianco di Rodri, si scalda Kovacic, ma non si esclude una chance per Foden in quella zona del campo. “Può giocare lì”, ha sempre ripetuto Guardiola. L’allenatore catalano cerca il 37esimo trofeo, quello che gli permetterebbe di agganciare Mircea Lucescu al secondo posto della classifica dei tecnici più vincenti di sempre, alle spalle del solo Alex Ferguson (49). Manchester City e Siviglia si sono sfidate quattro volte nelle competizioni UEFA e i precedenti sorridono ai Citizens che hanno vinto tutte e quattro le partite, comprese le due nella fase a gironi dell’edizione 2022/23 di Champions League, che col senno di poi hanno permesso agli andalusi di sollevare la settima Europa League della loro storia. Proprio per questo per il Siviglia è la settima apparizione (con una sola vittoria contro il Barcellona nel 2006), mentre per il City è l’esordio assoluto nella competizione.
Una vittoria garantirebbe a Gaurdiola la doppia cifra di trofei internazionali da allenatore, aspettando il Mondiale per club (con un successo supererebbe il record di 3 fino a questo momento condiviso con Ancelotti). Al Pireo, spazio all’attacco pesante. Foden è da valutare, ma Álvarez, Grealish e Haaland partiranno dal 1′ tutti insieme. Di fronte, il Siviglia si presenta sostanzialmente con lo stesso aspetto della finale di Budapest contro la Roma. Bounou; Jesús Navas, Badé, Gudelj, Acuña in difesa, mentre a centrocampo spazio a Jordán e Rakitić; Ocampos, Suso e Óliver Torres agiranno a supporto di En-Nesyri. La velocità del marocchino è l’arma principale di Mendilibar, che cerca un secondo successo internazionale dopo una carriera vissuta nei bassifondi della classifica.