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E’ un 2-2 positivo al Gewiss Stadium per una buona Atalanta nella prima partita a Bergamo nella propria storia in Champions League. La Dea soffre, rimonta e rischia anche di vincerla contro il solito Ajax di Ten Hag, una squadra che semina tanto e raccoglie abbastanza ma non quanto servirebbe per far fruttare in termini di freddi risultati il gioco caldo e avvolgente dei lancieri.
Con un gioco ispirato a quello degli olandesi, ma come ricordato più volte dallo stesso Gasperini ben diverso da svariati punti di vista, il primo punto nella prima dei bergamaschi nel loro stadio – lo scorso anno la Champions fu disputata a Milano e poi nella bolla portoghese – arriva simbolicamente nella partita che più di tutte rappresenta cosa sia diventata questa squadra negli ultimi anni e quale dimensione abbia acquisito: quella di una splendida favola diventata realtà e capace di giocarsela alla pari contro la semifinalista di due anni fa.
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Non sono tutte rose e fiori e il momento generale degli orobici non è dei migliori, in particolar modo dal punto di vista della tenuta difensiva. Troppi i gol subiti da una squadra che non ha mai fatto troppo affidamento sul contenimento, ma che adesso va sotto con troppa facilità . Al termine del primo tempo era 0-2 per gli ospiti, anche in maniera piuttosto immeritata per quanto visto nella prima mezzora, poi le solite ingenuità (rigori e difesa allegra). Nella ripresa, però, sale in cattedra un super Duvan Zapata e la Dea sembra quella dei tempi migliori: difesa uomo contro uomo, continui strappi e attacco degli spazi, poi ci pensa il colombiano di testa prima e di potenza poi. E nel finale due super chance per un Malinovskyi che per ora resta un po’ l’uomo in ombra di questa squadra al pari di un Ilicic che – al di là dell’ottima notizia dal lato umano del suo rientro in campo dopo la depressione – non brilla ancora.
Il Liverpool è in testa e difficilmente potrà essere messo in difficoltà , ma per i ragazzi di Gasperini l’obiettivo adesso è quello di evitare le due sconfitte contro i Reds. Tre i punti di vantaggio sui lancieri, possono bastare in un girone complicato ma occorre registrare meglio la difesa e – cosa ben più difficile – capire quando schierare l’uomo giusto tra i tanti a disposizione in attacco nella serata giusta.
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