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Probabilmente il paragone con Kaka non ha fatto bene a Charles De Ketelaere. Né hanno aiutato le coincidenze offerte dal calendario, a partire dal derby alla quinta giornata che vide il brasiliano segnare il primo gol della sua memorabile esperienza rossonera. La brutta prestazione offerta contro il Chelsea ha reso evidente il momento difficile del fantasista belga e le differenze con Rafa Leao. Una differenza anagrafica, in primis. Due anni separano i giocatori, due anni che valgono al quadrato in termini di adattamento ad un nuovo campionato. Sicuramente però era lecito attendersi di più, anche in virtù del fatto che l’ex Club Brugge è al momento uno degli uomini con più esperienza in Champions League, forte di 19 presenze nella massima competizione europea per club. Solo Giroud, nell’11 titolare di Stamford Bridge, ne aveva di più, eppure a Londra gli unici a non sfigurare sono stati proprio Leao e Brahim Diaz, cioè il diretto concorrente sulla trequarti.
Inutile negarlo. Stefano Pioli ha la fama di essere un coraggioso nella gestione dei giovani e raramente boccia in maniera netta un talento in difficoltà. Ma alla luce dei prossimi duri impegni contro Juventus e Chelsea, il Milan ha bisogno di certezze e De Ketelaere non può ancora garantirle. La panchina è una possibilità concreta. Ma la Juventus recentemente è preda ambita per chi ha bisogno di certezze. Nel luglio 2020 ai bianconeri Leao firmò un gol importantissimo per la sua maturazione, nel 2021 fu Brahim Diaz a punire la Juve sbloccandosi in una stagione di luci e ombre. Pioli ragiona, anche se non sembra esserci un problema di gioco. L’ex Brugge risulta essere nel vivo della manovra rossonera, come dimostrano i 9 palloni toccati (più di tutti) nell’area avversaria contro l’Empoli. Manca lucidità, probabilmente un filo di personalità, o forse quel gol o assist che sbloccherebbe mentalmente chiunque. L’occasione l’ha avuta contro il Chelsea, ma sulla conclusione a botta sicura il belga è stato fin troppo molle.
Non è possibile però parlare di bocciatura. C’è chi tira in ballo l’adattamento lungo di Leao e Tonali, mentre Maldini ha scomodato persino l’approccio alla Serie A di Platini con la Juventus nei primi sei mesi. Forse pesa sul giudizio l’exploit incredibile di Kvicha Kvaratskhelia, uno che veniva da un campionato ancora meno competitivo di quello belga e che ora sta vestendo l’abito del protagonista assoluto su più fronti del Napoli. Su De Ketelaere però il Milan si gioca molto. L’unica strada da seguire è quella della pazienza, faro della strategia di Maldini e Massara ed elemento decisivo della vittoria dello Scudetto dello scorso anno. Anche perché gli ingredienti non mancano. Il belga ha qualità tecniche rare, sa stare in campo tatticamente, ha anche gol nel curriculum come dimostrano i 14 centri della scorsa stagione. In un Milan coerente con la sua mentalità, De Ketelaere non può che essere il Leao di domani.
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