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Tutto in una notte, per staccare il biglietto per Istanbul e regalarsi 90′ che possono cambiare una storia o confermarla. Da una parte Manchester City e Psg, derby del Golfo e tra le nuove potenze: Khaldun al-Mubarak contro Nasser Al-Khelaïfi, entrambi a caccia della prima vittoria in Champions League per ripagare sul piano morale i massicci investimenti di questi anni. Si riparte dal 2-1 inflitto a Parigi dai Citizens che all’Etihad Arena hanno il compito di spegnere sul nascere ogni velleità di rimonta di una squadra che ha già dimostrato di poter vincere e stravincere su ogni campo. “Nel calcio bisogna crederci. Cercheremo di vincere e di fare gol. Ovviamente siamo un po’ sotto pressione, ma nel calcio bisogna sempre provarci“, dice alla vigilia Pochettino a caccia della sua seconda finale in carriera contro quel Guardiola che non alza la coppa dalle grandi orecchie da 10 anni, sulla panchina del Barcellona: “Cercheremo di imporre il nostro gioco il più possibile. Dobbiamo difendere bene, essere pazienti e provare a segnare“, è il parere di Pep, sempre più cauto ora che l’obiettivo sembra davvero a portata di mano. Il Psg sarà sbilanciato e dovrà affidarsi al suo fuoriclasse, Marquinhos per evitare gol laceranti per il cammino: il brasiliano è ancora andato in gol nelle grandi occasioni, stavolta per l’illusorio 1-0 prima del disastro targato de Bruyne, Mahrez, Keylor Navas (due errori) oltre che di Gueye, espulso nel finale.
Tutto ancora aperto anche sull’altro campo: il Real Madrid non è andato oltre l’1-1 in casa contro il Chelsea che di Champions League vinte con un allenatore salito in corsa se ne intende. Di Matteo insegna, Tuchel vuole seguire le sue orme. A Stanford Bridge la gara della verità: il Chelsea vuole partire forte, come all’andata con la rete di Pulisic che ha illuso tutti prima del pareggio di Benzema, al 71esimo gol in Champions League. Numeri da fuoriclasse per uno che dovrà indossare la veste del trascinatore. Da un bomber all’altro, il Chelsea aspetta il miglior Werner. La scintilla dopo il trasferimento da 50 milioni non è ancora scoccata, l’ex Lipsia fin qui si è limitato al lavoro di sacrificio lasciando i gol ai compagni di reparto. Undici gol in quarantasei presenze sono pochi, troppi per uno come lui. E il momento per invertire il trend è arrivato.
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