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Poteva andare peggio, poteva non arrivare una vittoria, e sarebbe stato un colpo durissimo. Poteva andare, però, anche meglio, specie per come si era messa. La Roma batte il Porto per 2-1 all’Olimpico e fra tre settimane potrà far visita ai lusitani con la consapevolezza di avere quantomeno due risultati su tre a disposizione. Nel segno di Zaniolo, di Dzeko e anche della sfortuna: un gol casuale di Adrian Lopez condanna i giallorossi a una vittoria il cui sapore dolce sfuma inesorabilmente un po’. Lo dimostra la reazione abbastanza tiepida del pubblico al fischio finale, gelato da quell’episodio che ha ridato grosse speranze ai portoghesi in vista del ritorno al Do Dragao.
NEL SEGNO DI ZANIOLO – Una buona Roma, a tratti ottima, trascinata da De Rossi e Dzeko in grande spolvero e decisivo in entrambi i gol messi a segno dal giovane talento ligure: un assist e un palo (due in totale per il bosniaco, il primo frutto di una giocata pazzesca) che di fatto è un secondo assist per la doppietta di Zaniolo al primo ottavo di finale di Champions League della sua vita. Mica male per chi nella carta d’identità alla voce “data di nascita” risponde con 2 luglio 1999: un predestinato, certo, ma la sua classe e la fisicità prorompente sono decisive già ora, nel presente. Due esultanze calorose sotto la curva, poi Adrian Lopez si ritrova un pallone estremamente casuale e batte Mirante: un epilogo che rovina parzialmente quello che fino ad allora era un vero e proprio tripudio.
PRIMO MATTONCINO – Il Porto si è dimostrato solido dietro, seppur con alcune sbavature frutto della propensione prettamente offensiva degli esterni bassi, ma poco ficcante lì davanti: poche le occasioni vere costruite dagli ospiti, non abbastanza per giustificare quel gol che sa di beffa per come si era messa. Può una vittoria non essere accolta come tale? Forse, ma non stasera. C’è ancora il ritorno da giocare, l’inerzia è comunque a favore dei ragazzi di Di Francesco, che ripetendo la prestazione messa in campo all’Olimpico potranno senza troppi patemi staccare il pass per i quarti: sarà necessario evitare cali di tensione e mantenere ritmi e concentrazione ai massimi livelli. Il primo mattoncino è stato piazzato, per costruire il passaggio del turno c’è però ancora tanto lavoro da fare: appuntamento al 6 marzo.
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