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La serata di Champions League si chiude con due pareggi per Napoli e Inter che sono tali solo sulla carta, ma che valgono invece tre punti nella corsa per il passaggio del turno in due gironi che ad agosto sembravano di ferro e che adesso fanno molta meno paura. Due prestazioni di cuore quelle messe in campo da nerazzurri e partenopei davanti al proprio pubblico: 1-1 a San Siro, 1-1 al San Paolo con rimonta italiana in entrambe le occasioni. Il futuro prossimo dice che il destino è nelle loro mani.
CAMBIO D’ABITO ALL’INTERVALLO – Il 2-2 dell’andata al Parco dei Principi aveva lasciato con l’amaro in bocca un Napoli strepitoso ma ripreso da un super gol di Di Maria nel recupero. Carlo Ancelotti poteva averein testa un solo un dubbio: si può fare meglio di tredici giorni fa, contro una squadra comunque piena di stelle e vogliosa di ribaltare la situazione in un girone equilibrato? A pochi minuti dall’inizio del match, da Belgrado arriva la notizia della sconfitta del Liverpool che regala un gran match ball a una delle due. Parte meglio il Psg, ma gli azzurri sembrano sempre vivi e in partita. Poi, nel recupero del recupero del primo tempo, il gol di Bernat che mette a nudo qualche difetto nella soglia dell’attenzione di questa squadra, che nell’extra time a Parigi aveva visto smarrire due punti e ancora una volta è costretta a dover raccogliere la palla in fondo al sacco dopo il tempo regolamentare. Questione di secondi, di dettagli, e il fattore Mbappe che da fenomeno puro ha mandato in tilt sette giocatori di casa attirando su di sè tutta l’attenzione per liberare il terzino spagnolo nel cuore dell’area.
Nel secondo tempo, però, c’è tutta un’altra musica. Il San Paolo alza il volume, il Napoli segue a ruota sul campo come se all’intervallo ci fosse stato un cambio d’abito. Allan è ovunque, Callejon macina chilometri, la squadra sale d’intensità e trova un calcio di rigore su fallo di Gigi Buffon, che proprio oggi debuttava in Champions con la nuova maglia dopo la maxi squalifica del post Bernabeu. Ancora una volta Insigne contro il portiere che per diversi anni gli ha spesso e volentieri negato gol e vittorie, stavolta però la partita dentro la partita la vince il numero 24.
Un pareggio da difendere coi denti, nonostante l’ingresso nel finale di un Edinson Cavani il cui ritorno al Napoli resta sempre il sogno proibito di un’intera tifoseria e, in fin dei conti, di De Laurentiis. Il sogno di passare il turno in un girone complicatissimo, invece, è sempre più vicino a trasformarsi in realtà : la squadra di Ancelotti adesso è prima, occorre battere una Stella Rossa clamorosamente rientrata in corsa e attendere buone notizie da Parigi.
TENER TESTA AI MARZIANI – “Siamo in grado di battere chiunque, vediamo se saremo capaci di farlo anche contro il Barcellona”: Luciano Spalletti aveva caricato così la vigilia di una partita alla quale l’Inter arrivava da nove vittorie nelle ultime dieci partite. Unica sconfitta, manco a dirlo, al Camp Nou, ma con i nerazzurri che erano tornati a casa consapevoli di poter far meglio, magari di portare a casa dei punti. Detto-fatto, e con il solito gol nel finale che ha già riannodato tra di loro i fili di diverse partite negli ultimi mesi, del solito Mauro Icardi fin troppo voglioso di segnare dopo il sabato di riposo, arriva un pareggio fondamentale per l’autostima che può crescere ancor di più e soprattutto per la classifica di un girone in cui il Psv è spacciato e il Tottenham viene comunque tenuto a distanza di sicurezza.
La capacità di reagire alle difficoltà è tra i punti di forza di questa squadra e ne ha dato prova anche nella serata da record di San Siro, che fa registrare l’incasso più alto nella storia di un match casalingo di una squadra italiana. I blaugrana hanno dimostrato ancora una volta di poter reggere l’urto dell’assenza di Messi facendo trasparire le qualità di tutti gli altri, e di essere una squadra formidabile anche nella fase di non possesso, con un Busquets ancora ai massimi livelli e con un equilibrio in campo sempre costante. Il gol di Malcom, quel Malcom passato da essere il protagonista dell’estate con il caso del suo trasferimento alla Roma annullato in extremis per rispondere alla chiamata del Barcellona a momentaneo match winner al Meazza, è abbastanza episodico e frutto di un errore di De Vrij più che della bravura dei catalani, ai quali il pareggio andava più che bene.
A pochi secondi dalla fine, però, cambia la storia del girone B: mentre Icardi spinge in rete il pallone del prestigioso quanto importante 1-1, Sainsbury, quel Sainsbury piovuto dal nulla alla Pinetina per alcuni mesi, con un incredibile autogol porta in vantaggio il Tottenham, che resta così appeso a un filo nella corsa per il secondo posto. A Wembley un pareggio sarebbe stato probabilmente ben più gradito, ma la serata resta comunque dolce.
Per Napoli e Inter l’obiettivo è a portata di mano. Serve l’ultimo sforzo in 180′ di fuoco: il discorso può essere chiuso anche fra due settimane, e con prestazioni del genere contro squadre di livello nettamente inferiore non ci sono limiti per le due squadre che, uniche iscritte in Serie A alla faticosa caccia alla Juventus, si candidano ora a essere outsider, forse sottovalutate ma mai così pericolose, anche in Champions.