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Borussia Dortmund-Paris Saint Germain, sin dalle settimane precedenti al match, si preannunciava come una delle sfide più avvincenti di questi ottavi di Champions League, grazie alle forti similitudini di due squadre molto prolifiche dal punto di vista offensivo ma spesso deficitarie nel mantenere gli equilibri dalla cintola in giù.
Borussia Dortmund vs Paris Saint Germain si è presentata come una sfida di Favre, quella da allenatore dei gialloneri che, nonostante abbia restituito parzialmente il sogno della Bundesliga nella passata stagione, non è riuscito a rispettare appieno le aspettative, non riuscendo, secondo i tifosi, a sfruttare al meglio il potenziale della rosa a disposizione (adatta per lottare al meglio per il titolo in Germania), ma soprattutto non è stato in grado di risolvere le grandi amnesie difensive del Borussia Dortmund, che nel corso della stagione ha subito 32 gol in 22 turni di Bundesliga, ben 8 in più rispetto a squadre situate ai vertici della classifica come Bayern Monaco e Borussia Mönchengladbach, che invece ne hanno subiti 24. La forza del reparto difensivo del Borussia Dortmund è basata, infatti, in primis, sull’esperienza di Hummels e sugli interventi prodigiosi di Bürki, spesso provvidenziali per le sorti del Borussia Dortmund, specialmente nella vittoria contro lo Slavia Praga, sudata e passata soprattutto grazie alle sue prodezze tra i pali. Inoltre, il Borussia Dortmund è soprattutto una squadra che ha dimostrato una prolificità realizzativa e creativa grazie ad astri nascenti come Jadon Sancho – alla seconda stagione consecutiva in doppia cifra di assist – e ad innesti significativi come Haaland, che già è arrivato a quota 9 gol in 6 partite con i gialloneri, ed Emre Can, acquistato dalla Juventus per sistemare il centrocampo dal punto di vista dell’equilibrio tattico.
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Il Paris Saint Germain, invece, era alla caccia di un riscatto. Quello di Tuchel, che dopo il fallimento della sua squadra nella passata stagione contro il Manchester United segnato da assenze importanti, ha cercato di risollevare la sua stagione, volendosi rifare a tutti i costi, e l’occasione è infine arrivata, in questo ottavo di finale, contro il suo passato, il Borussia Dortmund che lui stesso aveva condannato con la scellerata scelta di schierare la difesa alta contro Mbappé nei quarti di finale di Champions League del 2016-2017 contro il Monaco.
Quello di Neymar che, in seguito a feroci polemiche per i suoi atteggiamenti dentro e fuori dal campo in questi due anni e mezzo a Parigi, oltretutto segnati da gravi infortuni che l’hanno estromesso da partite significative nel 2018 prima e nel 2019 poi, era deciso a riscattarsi per dimostrare di essere ancora uno dei giocatori più forti al mondo. Quello di Mbappé che, dopo la Champions League semplicemente incredibile nel 2016-2017, che l’aveva visto come assoluto protagonista del Monaco semifinalista della Champions League del 2016-2017, era intenzionato a riscattarsi dopo due edizioni della massima competizione europea non all’altezza del più forte astro nascente mondiale. E infine, soprattutto, quello di PSG stesso che, dopo tre anni di deludenti ottavi e dopo i quarti di finale di stagione, ha cercato di riscattarsi e di giungere tra le prime quattro d’Europa, obiettivo che dovrebbe essere primario al fronte degli investimenti fatti negli ultimi anni e che il PSG starebbe cercando in seguito agli acquisti di Gueye e Herrera per garantire una migliore solidità del centrocampo.
Borussia Dortmund-PSG, quindi, non è stata una sfida qualunque, già al 18 febbraio è stata una partita che già può segnare il futuro delle stagioni di entrambe le compagini, con due mentalità super-offensive tra di loro contrapposte, in una partita che si prospettava sin da subito come ricca di occasioni e capovolgimenti di fronte.
Le intenzioni di Favre sono state chiare sin da subito, ovvero mantenere la difesa a 3 bassa in modo da impedire al PSG, armato di Neymar, Mbappé e Di Maria, di pungere nel gioco di rimessa, anche grazie al lavoro egregio di Witsel sulla fascia destra e di Emre Can sulla fascia sinistra nei raddoppi, per poi pungere in contropiede per grazie all’estro di un Sancho a dir poco ispirato in questa stagione dopo un inizio per nulla convincente. Il PSG è caduto nella trappola del Borussia Dortmund nel primo tempo, con Mbappé e Di Maria che si sono ritrovati ingabbiati degli schemi del Borussia Dortmund, con il solo Neymar come faro della manovra offensiva parigina. Il Borussia Dortmund ha imbrigliato un PSG orfano di centravanti e a ripetizione colpisce l’ha colpito, con un Sancho semplicemente stellare che a più riprese ha creato i pericoli principali per la difesa del PSG, senza però riuscire a trovare la via del gol, sfruttando anche l’impressionante lavoro di Haaland tra le linee. Per il PSG è stato dunque fatale, sin dall’inizio, quello di giocare di rimessa, sfruttando la velocità di Mbappé, contro una difesa del Borussia Dortmund che si è dimostrata bassa e di conseguenza difficilmente perforabile con questa tipologia di Neymar.
Nella ripresa la situazione non è cambiata a livello tattico, con il Borussia Dortmund che ha sprecato malamente alcune occasioni nei primi minuti. Il PSG però si è risvegliato, grazie ad una prestazione a dir poco commovente di Neymar nel mezzo del deserto tattico dei parigini, con grandissime occasioni che venivano generate dalle sue giocate creative e che portavano un Mbappé per larghi tratti anonimo al tiro. Ma è stato il Borussia Dortmund a passare in vantaggio al minuto 68, in seguito ad un affondo di Hakimi che ha porta, in maniera fortunosa, al gol, l’ennesimo, di Haaland, di rapina. Il PSG ha provato ancora a reagire, guidato dal suo uomo Champions, Neymar, che ha trovato il gol al minuto 75, un gol che ha premiato la sua prestazione di spessore in un deserto tattico disarmante e che trascende dal contesto, un gol arrivato in seguito ad una delle poche giocate riuscite nella partita di Mbappé.
Al minuto 77, però, è stato ancora Haaland a colpire, con un sinistro violentissimo che si è insaccato sotto l’incrocio, il suo undicesimo gol nella sua avventura giallonera, nonché il decimo in questa edizione in Champions League, un gol spettacolare che ha mandato in estasi il Westfalenstadion, in una bolgia infernale che sembrava non spegnersi mai. Non sono mancate però le occasioni per il PSG, con Neymar che ha sfiorato una doppietta clamorosa, colpendo un palo con una coordinazione unica, e con Thiago Silva che nel finale ha sfiorato. il bersaglio grosso di testa. Ma il risultato non cambia, è il Borussia Dortmund a vincere con merito, in seguito ad una partita attenta e precisa dal punto di vista tattico.
È stata la partita del riscatto, per Favre, che ha risposto prontamente alle critiche ad esso rivolte ad inizio stagione, oltre che di Neymar, che per l’ennesima volta, dopo gli ennesimi infortuni, si è dimostrato per l’ennesima volta il faro offensivo e spirituale del Paris Saint Germain, contrastando i detrattori per l’ennesima volta.
È mancato invece il riscatto per Tuchel, la cui panchina ora traballa in seguito al rischio di eliminazione dalla Champions League, come già era stato annunciato dalla dirigenza come ipotetico scenario negativo. Infatti, nonostante la partita di ritorno sia ancora aperta, il suo PSG sembra privo di un’identità forte per poter impensierire gli avversari in ambito internazionale.
Ma soprattutto, questa è stata la notte europea, l’ennesima, di Erlin Haaland, un giocatore che sta terrorizzando l’Europa intera, con una ferocia inaudita dal punto di vista realizzativo e che sembra lanciarlo verso vetrine ormai prestigiose.
I pronostici sulla spettacolarità di questo match sono stati rispettati, sarà il ritorno a stabilire se questa doppia sfida si sarà rivelata ancora più avvincente.
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