Dodici sconfitte consecutive, ultimo posto in Champions e terzultimo in Bundesliga. L’Union Berlin scivola e intravede lo spettro dei cugini dell’Hertha, retrocessi nella scorsa stagione. Eppure, i tifosi polemizzano con i giornalisti e stanno con il tecnico Urs Fischer: “Non ci interessa cosa scrivono i maiali della stampa. Urs Fischer è un unionista e tale deve restare!”, si leggeva in uno striscione esposto in questo week end. L’allenatore dei miracoli (è lui ad aver portato l’Union in Bundesliga e in Europa per la prima volta) è chiamato a farne un altro e a Napoli la sua squadra si gioca una fetta importante di autostima e ambizioni. La Champions sembra ormai fuori portata, ma il terzo posto che darebbe uno slot per l’Europa League è vivo. Un segnale d’allarme per il Napoli che non può permettersi di sottovalutare l’Union, anche se le ultime prestazioni faticano a fornire scintille di speranza. Fischer però non è in discussione, come ribadito dal presidente Dirk Zingler: “Non per gratitudine per i risultati raggiunti in passato, ma perché siamo convinti che sia un ottimo allenatore in grado di assumere questo difficile compito”.
Il grande dubbio per mercoledì sera al ‘Maradona’ è la presenza o meno di Leonardo Bonucci. La panchina nel match di andata è piaciuta poco al difensore italiano che a Napoli si aspetta di giocare. Nelle sue ultime due gare di campionato con l’azzurro in campo, l’Union ha subìto cinque gol, ma è in Champions che l’esperienza dei veterani conta di più. Uno tra Diogo Leite, Knoche e Jaeckel dovrebbe far posto all’ex juventino che la stagione fuori dai confini italiani se la immaginava diversa. Proprio come gli altri acquisti di spessore dell’estate, come Volland, Leite e Gosens. Calciatori con esperienza europea, non abituati a lottare nei bassifondi della classifica. Ed è forse questo l’aspetto più preoccupante per una squadra che non sa trovare la chiave giusta per confermarsi come seconda miglior difesa del campionato come nella scorsa stagione. Con questi presupposti la Champions rischia di essere uno scomodo esborso di energie verso il reale e più modesto obiettivo.