L’Atalanta pareggia tra i rimpianti contro l’Arsenal e parte comunque con un punto positivo nel maxi girone della Champions League rinnovata e che riaccoglie la Dea, reduce dalla splendida cavalcata in Europa League culminata con la conquista del trofeo. Uno 0-0 al Gewiss Stadium nuovo di zecca e finalmente a pieno regime per le grandi notti europee che può comunque lasciare soddisfatto l’ambiente orobico, visto che tra le due squadre quella che può recriminare è di sicuro quella nerazzurra, mentre i Gunners con estremo rispetto dopo un discreto primo tempo nella ripresa hanno capito – con intelligenza, va detto – che il pareggio non era così male e che si sarebbe potuto abbassare il giro del motore per evitare guai. Che sarebbero comunque potuti arrivare col rigore leggerino concesso da Turpin alla squadra di Gasperini: Retegui, protagonista in positivo di questo avvio altalenante dell’Atalanta, questa volta tradisce, non una ma due volte, prima con il tiro dagli undici metri sul quale è stato ipnotizzato da Raya, poi sulla ribattuta a porta spalancata anche questa respinta dal portiere dell’Arsenal. Che peccato.
Il primo tempo è tattico e bloccato, l’Arsenal non rischia mai giocate particolarmente complesse e l’Atalanta prova a fare il suo gioco, ma è neutralizzata lì davanti. Due squadre che si rispettano, che a tratti si snaturano. L’occasione più importante è comunque per i Gunners con la punizione di Saka respinta da Carnesecchi, abile poi sul tentativo di tap-in di Thomas Partey. Di De Ketelaere il timido tentativo di risposta dei nerazzurri, che però crescono e parecchio nella ripresa, fino a conquistare un calcio di rigore per un fallo a cavallo della linea del lato corto dell’area di rigore. Dal dischetto va Retegui e non calcia benissimo, facendosi ipnotizzare da Raya, fa peggio però sulla ribattuta a porta spalancata, dove trova un altro riflesso da urlo del portiere spagnolo. Una doppia clamorosa occasione non sfruttata che fa male, perché poi la Dea preme e continua a giocare finalmente il suo calcio, complice l’ottimo ingresso di Cuadrado dalla panchina e un Zaniolo, entrato nel ruolo di punta, che si muove con voglia. La squadra di Arteta, in sostanza, decide di gestirla e di accontentarsi del pari, quella di Gasperini invece vuole l’intera posta e ci prova fino alla fine, ma manca la zampata finale e c’è troppa densità negli ultimi venti metri. Insomma, l’unica nota negativa è legata al risultato, perché a livello di personalità e di prestazione l’Atalanta ha dimostrato ancora una volta di essere una squadra prettamente europea.