Zlatan Ibrahimovic e Leo Messi giocavano insieme a Barcellona, Arsene Wenger si affidava a Niklas Bendtner in attacco, mentre l’Inter di Josè Mourinho iniziava il suo cammino trionfale con Eto’o e Milito. Nel 2010, anno dell’ultima partecipazione dell’Arsenal ai quarti di finale di Champions League, c’era decisamente un altro calcio e i Gunners quattordici anni dopo inseguono una qualificazione che sancirebbe il loro ritorno nel grande calcio anche a livello continentale. L’ostacolo agli ottavi è il Porto, lo stesso del 2010, e il primo atto del doppio confronto è in programma all’Estadio do Dragão. In Premier, sotto la guida di Arteta, l’Arsenal è da tempo tornata nell’Olimpo, ma c’è da fare un altro step, stavolta in Europa, per sfatare un tabù che nel nord di Londra inizia ad essere fin troppo indigesto. L’esperienza europea dei Gunners negli ultimi anni è stata da dimenticare. Dal 2017, anno dell’ultima qualificazione in Champions prima di questa edizione, la società di Josh Kroenke ha collezionato una finale persa di Europa League contro il Chelsea e due stop in semifinale nella seconda competizione continentale. Adesso però la squadra di Mikel Arteta sembra avere un’altra mentalità e il gruppo costruito negli ultimi anni vuole raccogliere quanto seminato. Anche la squadra di Sérgio Conceição (in odore di addio in estate), però, può affrontare il match con fiducia, dopo aver superato il girone a pari punti col Barcellona ed essendo ancora imbattuto contro l’Arsenal nei tre precedenti in Portogallo. Occhi puntati su Galeno del Porto e Bukayo Saka dell’Arsenal. Sono loro i migliori assistmen della competizione (4). L’attaccante dei padroni di casa ha aggiunto quattro gol nella fase a gironi, mentre la stella inglese si è fermata a tre. Arteta affida la difesa a White, Saliba, Gabriel e Kiwior a protezione di Raya. A centrocampo tocca ad Ødegaard, Rice e Havertz, a supporto di Saka, Trossard e Martinelli. Nessun over 30 ed età media di 24 anni. Nessuno di loro era in attività nel 2010, quando l’Arsenal visse l’emozione di essere tra le migliori otto per l’ultima volta. Mikel Arteta giocava, ma lo faceva all’Everton nell’ultima stagione prima di trasferirsi a Londra. L’ex regista di Wenger e attuale allenatore dei Gunners non ha mai superato lo scoglio degli ottavi in carriera, né da allenatore né da calciatore. Una motivazione in più per tornare nel calcio dei grandissimi.