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A prescindere dall’esito, Real Madrid e Liverpool un capitolo di storia l’hanno già scritta. È la prima volta che due squadre si affrontano in tre finali di Coppa dei Campioni/Champions League. Prima di loro Real e Reims (1956, 1959), Milan e Ajax (1969, 1995), Ajax e Juventus (1973, 1996), Milan e Benfica (1963, 1990), Liverpool e Milan (2005, 2007), Barcellona e Manchester United (2009, 2011), Madrid e Atlético (2014, 2016) e Real e Juventus (1998, 2017) si erano affrontate ‘appena’ due volte in finale. Ora un nuovo trono per una sola di due eterne rappresentanti della rivalità Spagna-Inghilterra in quello che è il quinto abbinamento tra squadre delle due nazioni. In panchina però sarà Italia-Germania: Ancelotti contro Klopp, due che la storia l’hanno già scritta e vogliono continuare a farlo. Carlo semplicemente è il signor Champions: nessuno ha disputato più finali (5) di lui e può diventare il primo a vincerne quattro, staccando Zinedine Zidane e una leggenda dei reds come Bob Paisley. E con una vittoria, diventerebbe anche il primo allenatore a vincere due Champions League con più di un club. Ma è anche la sfida tra fuoriclasse col sogno Pallone d’oro. Benzema ha segnato 15 gol in questa Champions League, Mohamed Salah cerca la rivincita per l’infortunio del 2018 ma stavolta Sergio Ramos non c’è. Ad accendere la rivalità ci ha pensato un altro veterano come Carvajal: “Speriamo che non sia un peso importante per Salah perdere una seconda finale di Champions League contro il Real Madrid”.
Poca scaramanzia ma anche pochi infortuni. Thiago Alcantara e Fabinho non sono al meglio, ma dovrebbero entrambi stringere i denti. Salah, Mané, Luis Díaz il tridente titolare, Jota dovrebbe partire dalla panchina. Pochi dubbi per Ancelotti. In attacco è ballottaggio tra Rodrygo, incubo del City, e Valverde: l’uruguaiano è favorito. Solo cinque giocatori titolari dei blancos erano in campo anche nel 2018 contro il Liverpool in una finale decisa da Karius e dall’infortunio di Salah dopo 31′. Un conto in sospeso a tutti gli effetti, ma guai a caricare la partita di tensione eccessiva: “C’è la sensazione che vogliamo mettere le cose a posto, certo, ma non può essere il nostro pensiero principale – dice Klopp – Se andiamo lì e pensiamo a cose come ‘Rivincita! Vendetta!’, non va bene, non funziona così. Non siamo così, siamo arrivati in finale in un modo diverso. Dobbiamo giocare come sappiamo ed è quello che proveremo a fare”. Il Liverpool ha vinto 12 delle ultime 15 partite di Champions League lontano da Anfieldta. Stavolta allo Stade de France però c’è l’ostacolo più duro.
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