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Quando Carlo Ancelotti vuole togliersi un sassolino dalla scarpa, non è facile capirlo. Non perde le staffe, il tono resta pacato, il discorso è un crescendo tra pause e silenzi. Alla vigilia di Real Madrid-Chelsea, lo ha frainteso anche l’addetto stampa che ha sfruttato un silenzio per passare la parola ad un altro giornalista: “Espera”, il richiamo di Carletto che il suo discorso lo aveva appena iniziato. “Sono bravo a gestire questa rosa – spiega -, ma ci sono altre cose, questo gruppo è preparato. Se vinceremo la Coppa del Re, in due stagioni questa squadra avrà vinto tutti i trofei possibili, e ci sono squadre che tutti i trofei non li vincono in una vita intera. Detto questo, vi saluto”. In parole povere: allenare il Real Madrid non è solo un lavoro di gestione dei fuoriclasse, ma anche molto altro. E nel 2023, dopo 28 anni di carriera e 24 trofei vinti, Carlo Ancelotti non è solo un gestore, ma ancora uno dei top allenatori al mondo. Un concetto che il tecnico in conferenza stampa ha circumnavigato, senza toccarlo esplicitamente, come è nel suo stile, ma lasciando un messaggio sottile a tutto l’ambiente: giusto che il club si guardi intorno, ma il lavoro di questi anni merita rispetto e il giusto riconoscimento, anche alla luce di un contratto fino al 2024 che, a quanto pare, il tecnico ha tutte le intenzioni di voler rispettare. Sullo sfondo c’è il sondaggio della Federcalcio brasiliana e qualche voce sul Chelsea già rispedita al mittente, ma il tecnico ha la testa solo sul finale di stagione che può regalare altri due trofei.
Prima però c’è da superare l’ostacolo rappresentato dal ‘nuovo’ Chelsea di Frank Lampard, leggenda blues col difetto di non saper dire di no al club della sua vita. L’ex centrocampista ha preso l’incarico di traghettatore di una squadra alle prese con una situazione disperata di classifica (11esima) e con poco tempo per rimettere insieme i cocci in vista del doppio confronto con il Real Madrid. La rosa è di livello e i milioni spesi sul mercato lo dimostrano, ma – e lo ha detto Ancelotti – allenare una grande squadra, non è solo gestione di figurine. Eppure, il ruolo del traghettatore nella Londra blu non è un incarico come gli altri. Il Chelsea ha vinto due volte la Champions e lo ha fatto con due allenatori che non hanno iniziato la stagione. Nel 2012 Di Matteo, nel 2021 Tuchel, che prese il posto proprio di Lampard. Ora il tecnico ha due sole partite per dare un senso ad un finale di stagione che in ogni caso sarà scandito dalle voci sui successori. Il preferito della dirigenza è Nagelsmann, ma si fanno anche i nomi di Luis Enrique, Pochettino e appunto Ancelotti, che, interrogato, chiude ogni discorso: “Spero rimanga Lampard”. Una stretta di mano a distanza, tra maestro e allievo, con la classe di sempre.
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