Champions League

A Bratislava si rivede il Milan di Cagliari, ma vincente: calendario in discesa, ora la Champions ha un altro sapore

Christian Pulisic e Tammy Abraham
Christian Pulisic e Tammy Abraham - Foto Tiziano Ballabio / IPA Sport / IPA

Che non avremmo rivisto lo stesso Milan di sabato contro la Juventus era decisamente scontato, anche se Fonseca e Ibrahimovic hanno voluto ribadirlo. Il problema, però, è che a Bratislava torna la versione dei rossoneri di Cagliari, con una fase difensiva horror, soprattutto nel primo tempo, scarsa gestione dei momenti e un po’ di schizofrenia di troppo. Ovvio, ci sono anche tante occasioni lì davanti, del resto però contro la trentaseiesima e ultima classificata a metà fase del girone, questo c’era anche da aspettarselo. Insomma, rivediamo la stessa squadra dell’Unipol Domus prima della sosta, ma con una sostanziale differenza, che alla fine è quello che conta: il pareggio si è trasformato in una vittoria ed è una vittoria di quelle che pesano, perché è la terza di fila in Champions, dà valore al clamoroso blitz contro il Real Madrid e permette anche di preparare bene le prossime di campionato. Non solo: il calendario ora è clamorosamente in discesa con Sparta Praga, Girona e Stella Rossa come ultime tre avversarie, tra le peggiori fin qui in questa rassegna e assolutamente alla portata dei ragazzi di Fonseca. Con un filotto, altri tre successi e sei complessivi e tutti di fila, sarebbe difficile anche non pensare di chiudere tra le prime otto. E alzi la mano chi lo avrebbe mai potuto pensare a fine settembre-inizio ottobre…

Dunque, bene, anzi benissimo, questa vittoria che dà respiro e fa acquisire tutt’altro sapore a questa Champions, ma non è oro tutto quel che luccica e c’è ancora tanto da migliorare. Le voragini del primo tempo sono inaccettabili e considerando il livello dell’avversaria anche inspiegabili. Va anche detto che tutti e tre i gol del Milan nascono da gravi lacune difensive dei padroni di casa, tre situazioni che difficilmente si vedono prese singolarmente a questi livelli, figurarsi tutte e tre nel giro di novanta minuti. E infine, la sofferenza nel finale col gol dello slovacco doc ma dalle chiare origini italiane Nino Marcelli. Insomma, pericolo scampato e contavano soprattutto i tre punti, ma migliorare in certi aspetti, sempre i soliti, è doveroso. E senza dover ricorrere alla regola della coperta corta, che contro la Juventus è apparsa cortissima.

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