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Sarà dicembre il mese chiave per una eventuale rivoluzione nel format della Champions League. Sarebbe questa l’indicazione emersa negli incontri a porte chiuse che i manager della Federcalcio europea hanno avuto a Milano nei giorni della finale di coppa. La volontà da parte dei grandi club europei è quella di arrivare ad una sorta di Super League anche se un campionato all'”americana”viene considerato “realistico”, l’attuale torneo con una fase a gironi a 32 squadre viene ancora giudicato, all’interno della federazione europea, come il “più attraente” sia per i grandi club che per i telespettatori a livello mondiale.
Senza dubbio lo snodo cruciale sarà l’elezione del nuovo presidente dell’Uefa, in calendario per il 14 settembre, che dovrà scegliere il successore di Michel Platini. Il neoeletto presiederà una riunione del comitato esecutivo già l’indomani ma qualunque decisione attinente l’eventuale riforma della Champions League sarà presa solamente nella sessione di dicembre a Nyon, Svizzera. “Abbiamo bisogno di un format per la fine dell’anno – ha spiegato il direttore delle competizioni Uefa, Giorgio Marchetti – Noi siamo ascoltando diversi pareri”. Tra le proposte in campo, amche quella di giocare le gare di sabato piuttosto che a metà settimane per venire incontro alle esigenze dei nuovi mercati, asiatico e americano. Ogni eventuale riforma non potrà comunque entrare in vigore prima della stagione 2018-2019. In ultimo, ancora non e’ stata presa una decisione per la sede della finale di Champions 2018 (nel 2017 l’ultimo atto si disputerà al ‘Millennium Stadium’ di Cardiff). Kiev era l’opzione preferita da Michel Platini ma i problemi politici tra Ucraina e Russia hanno al momento ritardato una decisione che sara’ presa anche questa a dicembre.