“Ho passato due mesi difficili, una polmonite forte, brutta e improvvisa che mi ha debilitato e ridefinito le mie priorità”. A rivelarlo è l’ex Ct azzurro, Cesare Prandelli in un’intervista da Coverciano in onda su Viva Azzurro, la piattaforma streaming della Federcalcio. “Quando si è pensato all’ipotesi di essere intubato – ha spiegato Prandelli – fortunatamente avevo ancora una capacità respiratoria di 7 litri. Ma è stata dura per un atleta che non aveva avuto mai nulla, abituato a recuperare in 7-10 giorni, affrontare un periodo difficile di due mesi…In quei momenti pensi che la vita è questione di fortuna, tante persone all’improvviso si trovano ad affrontare situazioni che non meritano”.
Sull’addio al calcio: “Mi sentivo a disagio, forse il mio legame con Firenze era troppo forte – ha spiegato – Ma un giorno ebbi un segnale: durante una partita ebbi un breve attimo, quasi di panico, e mi dissi ‘se ricapita smetto’. Ricapitò. Ricordo ancora, giocavamo contro la Samp, segnò Quagliarella. Infatti poi quando lo incontravo gli dicevo ‘mi hai fatto smettere’. In realtà mi fu trovato il collasso di una valvola, evidentemente la mia testa incideva sul mio fisico..”. Su cosa non lo convince del calcio di oggi: “Non condivido queste nuove proprietà che fanno fatica a valorizzare i campioni del passato, come ne fossero gelosi. E invece sono una risorsa”.