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Prosegue la diatriba tra Uefa e sostenitori del progetto Superlega. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Aleksander Ceferin ha ribadito il proprio disappunto, ma ha innanzitutto parlato della guerra in corso tra Russia e Ucraina: “Ci sono molte similitudini con la guerra in Jugoslavia. All’epoca avevo 23 anni, ma per fortuna il conflitto durò solo 10 giorni per noi sloveni. Anche questa volta è una guerra tra fratelli, ma a soffrire non sono mai i politici“. Sul rapporto con i capi di stato, Ceferin ha spiegato: “Alcuni sono interessati al calcio, altri meno. Ad esempio Macron ed Erdogan sono grandi tifosi, mentre Putin preferisce altri sport. Personalmente, i politici non ci influenzano, ma è inevitabile che la politica faccia parte della vita e noi non possiamo influenzarla“.
Il numero 1 della Fifa si è poi espresso sulla Superlega: “I tre club sono liberi di giocare le loro competizioni, ma escludo categoricamente che possano stare al contempo nelle nostre. Basta chiamarla Superlega, è semplicemente una ‘Terrible League’. Le nostre competizioni sono sane, senza alcuna preferenza. In campo tutti avranno gli stessi diritti, anche quando ci sono dei problemi fuori. Agnelli? Non voglio dire una parola, ormai è il passato“. Ceferin ha quindi parlato dell’Italia, in particolare della candidatura per gli Europei 2028 o 2032: “Il vostro paese deve investire, ormai sono anni che non vengono rifatti gli stadi. Purtroppo il problema è la burocrazia. A mio avviso è un’operazione che farebbe bene al paese e andrebbero coinvolti i governi. Mi è stato detto che anche il nuovo San Siro sarà più piccolo“. Infine, una battuta sul futuro: “Credo di ricandidarmi per un nuovo mandato Uefa. La guerra? Sono ottimista, finirà presto“.
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