Calcio

Cassano: “Non farò mai l’allenatore. Ho fatto dannare Capello, ma è il mio preferito”

Antonio Cassano - Foto Nazionale Calcio CC BY 2.0

“Non farò mai l’allenatore anche se oggi capisco il valore della disciplina e del lavoro duro, peccato che dovevo capirlo vent’anni fa”. Queste le parile di Antonio Cassano intervenuto su Instagram nella diretta live con Pierluigi Pardo. L’ex attaccante ha svelato quali fossero gli allenatori che preferisce: Alguacil della Real Sociedad, grandi idee e fortissima personalità, mi piace Gareca il ct del Perù e anche Sampaoli. Il mio modulo preferito resta il 3-3-1-3 del Cile di Marcelo Bielsa, difesa uomo-uomo e tantissimi giocatori ad attaccare. In giro vedo tante robe da zero a zero che mi annoiano, non è questione di equilibrio, se tieni la palla per settanta minuti perdi pochissime partite: come faceva il Barcellona di Guardiola anche se quelli erano fenomeni. In questa quarantena ho sentito Max Allegri che è a Livorno, sta bene e l’ho sfottuto un po’ con affetto e poi naturalmente ho parlato con Capello, il mio allenatore preferito. Gli ho fatto dannare l’anima ma è uno dei pochi nel calcio a cui voglio veramente bene”.

L’ex calciatore di Roma e Inter ha poi parlato dei nuovi talenti che si sono affacciati nel calcio professionistico: “I nuovi talenti che mi piacciono? Gnabry del Bayern Monaco, Pulisic del Chelsea, Sancho del Borussia Dortmund che è fenomenale e Sané, davvero incredibile fino all’infortunio al ginocchio. Due mesi fa ho detto che Mason Mount del Chelsea è un altro fenomeno e poi l’ha ribadito anche Messi. E se lo dice anche Messi avrò un po’ di ragione, no? Un altro super giocatore è Kai Havertz del Bayer Leverkusen, fortissimo. Joao Felix? 120 milioni per un ragazzo che ha fatto una buona stagione al Benfica forse sono un po’ troppi. Solo che il portoghese ha Jorge Mendes come procuratore e certe cose possono fare la differenza. Quello che ci può far parlare seriamente di calcio per i prossimi anni è Jorge Carrascal del River Plate, un mostro”. Infine ha ricordato il numero 10 che più lo faceva divertire: “Il numero 10 che mi ha fatto impazzire in assoluto è Riquelme: stavo sveglio la notte fino alle 4 per vederlo giocare, era fantastico, fuori dal normale. Ha trascinato da solo il Villarreal in semifinale di Champions League nel 2006 e al Barcellona ha fatto male solo perché Van Gaal, che ogni tanto dava di testa, se l’è inventato ala sinistra. Ma puoi far correre Riquelme su e giù?”.

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