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Gli avvocati del calciatore brasiliano Robinho, Alexander Guttieres e Franco Moretti, hanno parlato all’Adnkronos riguardo alla condanna dello scorso 19 gennaio a 9 anni di carcere, insieme con l’amico Ricardo Falco, per violenza sessuale di gruppo su una ragazza che subì abusi in un locale milanese la notte del 22 gennaio 2013.“Robinho non ha commesso alcun reato – hanno dichiarato -. La sua condanna è frutto di gravi violazioni di diritti fondamentali per le quali egli, convinto fermamente della propria innocenza, nel luglio scorso ha presentato ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Ciò significa che la vicenda giudiziaria di Robinho non è affatto chiusa. Questo, a nostro avviso, è il vero elemento di novità ”.
“Non rappresenta un elemento di novità la recente pubblicazione sui media internazionali della notizia secondo la quale il Ministero della giustizia italiano avrebbe richiesto l’estradizione del assistito Robson De Souza. Seppur non abbiamo conoscenza del contenuto di tale richiesta, che apprendiamo dai media, possiamo tranquillamente affermare che il clamore suscitato da questa notizia è del tutto ingiustificato – sottolineano gli avvocati -. Secondo la procedura penale italiana, infatti, la richiesta di estradizione è un atto amministrativo dovuto, ogni qual volta la pena a cui è stata condannata una persona residente all’estero deve essere eseguita. Tale richiesta può non essere presentata dal Ministro solo qualora pregiudichi ”la sovranità , la sicurezza o altri interessi essenziali dello Stato” (Art. 720 Cpp). E dunque, poiché, pur ingiustamente, Robinho è stato condannato in Italia ad una pena detentiva, era scontato che il Ministro avrebbe avanzato una richiesta di estradizione”. ‘
‘Se infatti il ricorso pendente avanti alla Corte Europea verrà accolto, come auspichiamo, Robinho – spiegano i difensori di Robinho – avrà diritto di richiedere la revisione del processo in Italia e la sospensione dell’esecuzione della pena in attesa dell’esito del nuovo giudizio. Noi confidiamo in un accoglimento del ricorso davanti alla Corte Europea perchè le violazioni del diritto fondamentale di difesa che ha subito il nostro assistito sono gravi e gli hanno impedito di dimostrare la propria innocenza”.
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