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L’avvocato di Marco Rossi, giovane calciatore del Monregale sospeso dal proprio club per via di un video in cui il 19enne si lasciava andare a insulti razzisti, prova a spezzare una lancia nei confronti del proprio assistito, pur stigmatizzando l’episodio. Alessio Ghisolfi spiega come “l’episodio sia relativo ad un video privato, diffuso ad insaputa del mio assistito e senza alcun suo consenso, su canali social e strumenti multimediali. Tutti ne stigmatizziamo i contenuti ma prima dobbiamo comprendere che si tratta di una sceneggiatura da vedere e cancellare tra amici; un gioco che non piace, appositamente utilizzo questo termine, ma che ha un solo movente privato e non pubblico come l’illecita diffusione gli ha attribuito. Non ha infatti un fine divulgativo e meno che mai è stato concepito con l’obiettivo di divenire strumento di diffusione di odio come un suo utilizzo distorto, ad opera di terzi, ha invece prodotto”.Â
Il calciatore, dopo giorni di riflessione, vuole comunque scusarsi per quanto accaduto: “Dopo giorni di riflessione trascorsi nel dolore, si scusa oggettivamente ed a prescindere con quanti possano essersi sentiti toccati su un tema con cui giustamente è molto difficile scherzare, forzare la mano, provocare anche nel proprio privato”.
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