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Nella giornata di domani il presidente dell’Aia, Alfredo Trentalange, verrà sentito dal procuratore Figc Giuseppe Chinè in vista del consiglio federale della prossima settimana che si dovrà esprimere sull’ipotesi commissariamento dopo il caso D’Onofrio. I legali del numero uno degli arbitri, Mattarella, Presutti e Gallinelli, si sono pronunciati contro il possibile commissariamento: “Significherebbe infrangere palesemente la legge e rappresenterebbe un grave strappo al principio democratico. Il commissariamento di un ente non assume carattere sanzionatorio nei confronti dei titolari dell’organo estromessi dalle loro funzioni, ma costituisce una forma di ingerenza dell’autorità di vigilanza nell’amministrazione dell’ente solo per porre rimedio ad una situazione di pregiudizievole disfunzione dello svolgimento dell’attività istituzionale”.
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“Dal 1974 ad oggi, questa è la regola alla quale deve rispondere il commissariamento di un ente: l’allontanamento degli amministratori eletti si dà solo se esiste una reale e persistente disfunzione dell’ente. La possibile disfunzione non ha più nessuna possibilità teorica di ripetersi. Il 15 novembre scorso, Aia ha infatti accettato che la giustizia sportiva trasmigrasse sotto il governo diretto della Figc. Dunque: non esiste oggi alcuna remota possibilità che in Aia si ripeta una situazione di pregiudizievole disfunzione dello svolgimento dell’attività istituzionale. Né alcuno ha mai anche soltanto ipotizzato che in altri ambiti di attività dell’Aia esista il benché minimo problema: tutto funziona alla perfezione”, ha concluso il Consiglio difensivo.
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