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L’ex presidente dell’Aia, Alfredo Trentalange, è stato deferito dalla Procura Figc, che non ha accettato la richiesta di patteggiamento avanzata dall’ex fischietto e numero uno dell’associazione degli arbitri, coinvolto nel caso D’Onofrio e dimessosi il 18 dicembre scorso. L’ufficio guidato dal procuratore Chiné ha respinto la proposta di patteggiamento nell’ambito dell’ipotesi di reati di tipo sportivo nel filone d’inchiesta sull’ex capo della procura arbitrale D’Onofrio arrestato per traffico internazionale di droga.
Il deferimento arriva in seguito alle seguenti incolpazioni: a) ha omesso di assumere qualsiasi iniziativa, anche la più minimale, per accertare i reali requisiti professionali e di moralità del sig. Rosario D’Onofrio, b) per aver contattato telefonicamente il Vice Presidente della Commissione Disciplinare Nazionale, avv. Andrea Sandroni, che aveva riscontrato negligenza e inadeguatezza professionale in capo a D’Onofrio quale componente della predetta Commissione, chiedendogli di non assumere nuove iniziative contro Rosario D’Onofrio, c) per aver omesso di assumere qualsiasi iniziativa, anche la più minimale, per controllare il possesso dei requisiti professionali e di moralità necessari per l’attribuzione al sig. Rosario D’Onofrio di importanti onorificenze e premi, d) per aver omesso di assumere ogni e più opportuna iniziativa, anche la più minimale, diretta ad accertare e conseguentemente intervenire affinché il sig. Rosario D’Onofrio garantisse un contegno diligente e una presenza regolare presso l’Ufficio, e) per non aver adottato modelli organizzativi idonei ad assicurare uno standard minimo di trasparenza e di correttezza amministrativa, finalizzati all’esecuzione presso l’AIA di un’attività di controllo sui rimborsi delle spese anticipate dai soggetti facenti parte degli Organi della Giustizia sportiva AIA, f) per aver comunicato e distribuito durante il Comitato Nazionale AIA riunitosi a Caltanissetta il 12 novembre 2022 un documento recante apparentemente le dimissioni dall’AIA di Rosario D’Onofrio, g) per aver, nel corso del Consiglio Federale del 15 novembre 2022, nel quale si discuteva il caso ‘D’Onofrio’, reso dichiarazioni non veridiche.
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