[the_ad id=”445341″]
Nelle ultime ore la Dda di Milano ha inviato alla Figc una copia degli atti relativi all’inchiesta per narcotraffico internazionale a carico, tra gli altri, di Rosario D’Onofrio, l’ormai ex procuratore capo dell’Aia, finito in carcere giovedì scorso nell’indagine coordinata dai pm Rosario Ferracane e Sara Ombra. Nella giornata di domani ci sarà una riunione d’urgenza del consiglio federale convocata dalla Figc per discutere di questa vicenda. Nel frattempo D’Onofrio è accusato di essersi occupato della “logistica” di carichi di droga e venerdì ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere dopo l’ultimo arresto, sulla base di ordinanza cautelare, interrogato dal gip Massimo Baraldo.
[the_ad id=”1049643″]
[the_ad id=”668943″]
D’Onofrio, nonostante l’arresto del 2022 per un trasporto di 44 kg di marijuana, è stato promosso nel 2021 da membro della commissione disciplinare a capo dell”organo inquirente e requirente’ dell’associazione arbitri. Negli atti dell’inchiesta che ha portato all’ordinanza cautelare non c’erano riferimenti a questo incarico, perché non rilevanti nelle indagini della Dda. L’ex procuratore capo dell’Aia nel 2020 è stato prima in carcere e poi ai domiciliari ed è stato condannato a 2 anni e 8 mesi; la condanna definitiva risale al 9 settembre 2021.
Stando alle accuse del Dda D’Onofrio sarebbe tra gli organizzatori dell’associazione criminale che trafficava in droga tra Spagna e Italia e avrebbe gestito il trasporto e lo stoccaggio di “innumerevoli carichi di stupefacente”, marijuana e hashish, “per un peso complessivo di centinaia e centinaia di chili”. L’avvocato Niccolò Vecchioni, legale di D’Onofrio, ha ribadito che l’incarico di procuratore Aia veniva svolto “pro bono”, senza compenso, e aveva solo dei rimborsi spese. La stessa difesa chiedeva per lui autorizzazioni alla Sorveglianza per la partecipazione a riunioni dell’organo dell’Aia.
[the_ad id=”676180″]