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L’ex calciatore Beppe Signori, ospite a Verissimo per promuovere il suo libro “Fuorigioco”, è tornato a parlare dello scandalo Calcioscommesse che lo ha visto protagonista dal 2011 in poi: “Mia moglie mi chiamò dicendomi che avevano perquisito la mia casa di Bologna. Ero a Roma dai miei figli e arrivarono due carabinieri per scortarmi in questura. Capii ciò che stava succedendo da mia sorella, che mi chiamò in lacrime. Trascorsi dodici giorni ai domiciliari. Dopo l’arresto non uscii di casa per mesi; mi vergognavo, ma non sapevo neanche di cosa. Quando finalmente uscii lo sguardo delle persone era diverso, ma forse era solo la mia percezione – ha raccontato Signori – Volevo dimostrare a tutti i costi di essere innocente. Non riuscivo a dormire né a guardare la televisione per paura che arrivassero notizie. Senza l’amore della mia famiglia non so se ce l’avrei fatta. Ho vissuto grandi difficoltà”. Finalmente assolto, ora Signori guarda al futuro: “Ho il patentino da allenatore, ma avendo cinque figli credo che sarebbe bello per me lavorare in un settore giovanile“.
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