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“Spero sia la prima di una lunga serie di assoluzioni che mi possano restituire la dignità di uomo e la credibilità di sportivo”. Sono queste le parole di Beppe Signori dopo essere stato assolto dal Tribunale di Piacenza per quanto riguarda l’inchiesta sul calcioscommesse. “È una piccola rivincita – ha aggiunto -, questi dieci anni non me li restituirà più nessuno“.
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L’ex attaccante era accusato di aver cercato di alterare il risultato di Piacenza-Padova, partita di Serie B del 2 ottobre 2010. Signori era finito sotto processo insieme a Luigi Sartor e al “Gruppo di Singapore” che, secondo un testimone, aveva versato 65 mila euro allo scopo di indirizzare il risultato della gara, 30.000 dei quali direttamente a Signori. La somma destinata a Signori, tuttavia, non era destinata al calcioscommesse, bensì a sfruttare le competenze tecniche della notorietà dell’ex-calciatore.
Il Gruppo di Singapore era infatti intenzionato a investire nel calcio italiano, in particolare ad acquisire la proprietà del Piacenza Calcio, che in quel periodo stava affrontando un difficile fallimento. Determinante nella fase processuale è stata anche la testimonianza del commercialista dell’ex campione, nel frattempo squalificato dalla FIGC e che aveva già evitato la condanna per associazione per delinquere (reato prescritto) al Tribunale di Cremona, centro nevralgico dell’inchiesta per il calcioscommesse.
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