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“Giocare indossando la mascherina per me è una possibilità da prendere in considerazione. Consentirebbe la ripresa dell’attività calcistica, anche qui in Belgio”. A dirlo, intervistato da Le Soir, è uno dei virologi più stimati del paese, Marc Van Ranst, professore all’Università di Leuven e anche esperto consultato dalla federcalcio belga. “Certamente non sto parlando di quelle da chirurgo – aggiunge -, che sono totalmente inadatte. Ma in commercio, anche online, ce ne sono di altre, come quelle anti-inquinamento che possono essere usate da giocatori di football americano e ciclisti. Quelle sono comode, e andrebbero bene”. Il Belgio è stato il primo paese a dichiarare conclusa, senza assegnare titoli, la stagione calcistica: tuttavia le notevoli minacce, soprattutto provenienti dalla UEFA, potrebbero portare a un dietro front.
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Il consiglio del professor Van Ranst è quello di fare come in Nicaragua, uno dei pochi paesi dove il calcio non si è fermato (gli altri sono Bielorussia, Burundi, Tagikistan e, da domenica, Turkmenistan, dove ricomincia il campionato), e in cui in alcune partite della massima serie i calciatori hanno giocato con mascherine e guanti di lattice. In Brasile, invece, quando ancora si giocava, quelli del Gremio e del Vasco da Gama sono entrati in campo con le mascherine per protesta, chiedendo che l’attività si fermasse, ma poi per la partita se le sono tolte.
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