Gli allenatori non commenteranno più le scelte arbitrali. E’ quanto comunicato dal Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione italiana allenatori di calcio (Aiac) al termine dell’incontro con i fischietti della serie A, i dirigenti e i calciatori allo stadio Olimpico di Roma. “È una proposta che viene dagli allenatori stessi e sono tutti concordi. La situazione attuale è particolarmente difficile soprattutto nei rapporti all’esterno, con la stampa, e qualche volta anche fra di noi. In un minuto ci siamo trovati d’accordo nel decidere che da oggi dell’operato dell’arbitro non parleremo. Anche perché noi possiamo parlare, mentre gli arbitri non sono nella condizione di poter replicare e tutto questo ci sembra ingiusto”.
Basta polemiche sui fischietti italiani, gli allenatori, dopo le partite, non discuteranno più le scelte arbitrali. Un patto tra gentiluomini, come l’ha definito lo stesso Ulivieri. “D’ora in avanti non diremo neppure la frase ‘ci sono le immagini che parlano’: è la scelta più logica nei confronti di una categoria, quella degli arbitri, che lavora insieme a noi per produrre uno spettacolo. Non ci saranno sanzioni, è un patto tra persone per bene che vogliono impegnarsi per migliorare e correggere una situazione che in qualche modo si sta anche deteriorando. Quindi magari evitiamo di mandarci a quel paese in diretta televisiva”. L’ex allenatore ricorda anche i tempi, burrascosi, in cui anche lui sedeva in panchina. “Il rapporto in campo fra gli allenatori e gli arbitri? Ne parlo con difficoltà, perché non ero un bell’esempio – ha aggiunto Ulivieri – Ma c’è l’arbitro che decide se il comportamento dell’allenatore rispetta le regole e se qualcuno va oltre paga con la squalifica. La cosa più importante, però, è il comportamento degli allenatori dopo la partita. Anche nelle situazioni più calde, spero che i tecnici restino in silenzio perché questa richiesta parte da loro e sono tutti d’accordo. Non dobbiamo parlare su questioni che non ci riguardano, poi se vogliono intervenire i presidenti dei club lo facciano. Noi dobbiamo tornare a parlare di calcio”.