Sei mesi dopo la tragica ressa in cui morirono 135 tifosi, in Indonesia sono tornate ad affrontarsi l’Arema FC e il Persebaya Surabaya, le due squadre che erano in campo quando si verificò uno dei peggiori incidenti nella storia del calcio. Il derby della regione di Giava occidentale, vinto 1-0 dal Persebaya, stavolta non si è giocato nello stadio dell’Arema – che sara’ abbattuto e ricostruito -, ma a porte chiuse a Giacarta, in un campo di proprietà della Polizia. Erano presenti solo pochi giornalisti e alcuni addetti alla sicurezza, mentre all’esterno l’impianto era presidiato da centinaia di poliziotti. L’allenatore dell’Arema, Joko Susilo, ha riferito che diversi suoi giocatori non se la sono sentita di scendere in campo, perché ancora toccati da quel dramma. La partita di ritorno era in programma il 5 marzo, ma era stata rinviata per motivi di ordine pubblico.
Un’inchiesta ha accertato che furono i gas lacrimogeni, lanciati dalla polizia per fermare un’invasione di campo dei tifosi di casa, a causare la terribile ressa lo scorso 1 ottobre. I lacrimogeni, tra l’altro, sono vietati dalla FIFA come mezzo per garantire l’ordine pubblico all’interno degli stadi, proprio per la loro pericolosità in spazi chiusi. A marzo, due funzionari dell’Arema sono stati incarcerati in seguito a una condanna per negligenza nella gestione della sicurezza allo stadio di Malang. Quel giorno, l’invasione di campo, gli scontri fra tifosi e il maldestro intervento delle forze di polizia scatenarono panico, calca e il fuggi fuggi dei tifosi per mettersi in salvo. Molti di loro morirono schiacciati o soffocati e, tra le vittime, ci furono anche 17 bambini e due agenti. Le indagini hanno accertato che la partita, considerata ad alto rischio, non solo fu giocata in notturna malgrado i pericoli, ma addirittura furono venduti 42.000 biglietti a fronte della capienza di 38.000 persone per quello stadio.