[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
“Se la curva dei contagi non risale, io penso che si debba ripartire. Con un impegno: se qualcosa va storto, dobbiamo essere pronti a riconsiderare il calcio la più importante delle cose non importanti”. Sono queste le parole dell’ex ct azzurro Arrigo Sacchi, intervistato dal Corriere dello Sport, che ha continuato parlando a proposito dei presidenti che hanno tramato per fermare il giocattolo pensando di non pagare gli stipendi dei calciatori: “La maggioranza di loro ha votato per continuare. Ci sono club che sono andati oltre le loro possibilità . Però sono stati una minoranza, vuol dire che qualcosa sta cambiando. Stimo Gabriele Gravina, che ha dimostrato il suo coraggio fin da quando con una piccola società di dilettanti è arrivato in serie B. E’ la prova che le buone idee e una componente di rischio intelligente possono valere più dei soldi, perfino in un Paese che ha eletto i soldi a valore primario”.
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”248876″]
Sacchi ha poi chiosato sulla possibile corsa Scudetto una volta ripartito il campionato: “La Lazio? Sta inseguendo un sogno. Se vince, chapeau. Ma la sua storia non è paragonabile. E la storia conta. In ogni caso Lotito dimostra di avere una coerenza tutta sua. Per vincere ci vuole entusiasmo, buon senso e perseveranza. La prima e l’ultima non gli mancano. La Juve? Il suo limite è di essersi sempre accontentata di una storia nazionale. Cioè di aver puntato sul proprio potere economico e sulla capacità di gestire i campionati su quella di far crescere il nostro calcio. Se vai a vedere quante volte, tra il 1989 e il 2002, le italiane sono salite sul trono d’Europa, ti rendi conto di quanto diversa era quella stagione”.
Sulle squadre che hanno contributo all’evoluzione del calcio grazie all’intuizione dei loro allenatori, ha infine precisato: “Sono tre: l’Olanda di Michels, il mio Milan e il Barcellona di Guardiola. Ma il calcio è in continua evoluzione. Il modulo ideale oggi è quello che ti garantisce il possesso ma ti fa trovare anche le verticalizzazioni. Perché il possesso lento aiuta gli avversari a posizionarsi. Invece devi fare un possesso veloce, per infilarti in ogni pertugio aperto che trovi nella difesa avversaria. Guardiola interpreta a meraviglia questo sviluppo: il suo Manchester City verticalizza molto di piu’ del Barcellona. E’ ancora lui il migliore”.
[the_ad id=”676180″]