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È atteso per domani il verdetto della Corte Ue sulla Superlega, ma dalle colonne de “La Gazzetta dello Sport” arriva già la bocciatura totale da parte di Karl-Heinz Rummenigge: “Il fallimento della Superlega è nei fatti, nel rifiuto dell’Europa al progetto. Manca soltanto la conferma legale”, ha detto l’attuale dirigente del Bayern Monaco.
“Preoccupato? Adesso no. Lo ero la notte in cui hanno annunciato la Superlega. Erano dodici, avevano cercato di convincere invano noi e altri, erano alla rottura. Ho pensato: ‘E se fanno davvero la rivoluzione? Sarebbe il caos’. In due giorni la bolla è scoppiata. Ero allo stadio per il Bayern e Ceferin ogni cinque minuti mi mandava sms per dire: s’è ritirato il Chelsea, il Liverpool, il City… Era finita”, ha aggiunto Rummenigge. “Il nome dice tutto. C’è ‘Super’ dentro, ovvero vuole essere superiore a tutto. Ai campionati, alla Champions, al calcio. E ora di ammettere che il progetto ha fallito: la Superlega ha perso”, ha sottolineato.
Una chiosa su Andrea Agnelli, sin dal primo momento tra i fautori dell’iniziativa: “Non sono più riuscito a parlare con lui dalla domenica in cui ha staccato il cellulare. Giravano voci, non veniva a Montreux e non rispondeva. Credo non abbia avuto il coraggio di dire cosa stava facendo. Capisco che il Coronavirus abbia forzato i club ad accelerare, qualcuno voleva soldi freschi, ma quella presentazione non è stata professionale. Lui non lo capisco e ciò mi spiace umanamente. Era presidente Eca, era nell’Esecutivo Uefa, era presidente di una Juve tra i cinque top club europei. Ha perso tutto. Anche l’immagine”, ha concluso Rummenigge.
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