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Il famoso telecronista Sandro Piccinini, intervenuto questa mattina a ‘Omnibus’ su La7, ha espresso la sua opinione in merito all’eventuale ripresa del campionato: “Il calcio è un’azienda importante per l’Italia, che muove 5 miliardi di fatturato e almeno una decina di indotto. E mi tengo basso. Un’azienda che versa più di un miliardo di euro nelle casse dell’erario tutti gli anni. Molti parlano a sproposito dei calciatori milionari e privilegiati. Lo sono, hanno contratti importanti grazie al loro talento, firmano contratti con società private, quindi è tutto lecito. E soprattutto sono tra i pochissimi milionari del mondo a busta paga, quindi pagano tutte le tasse. Quindi lo Stato sa bene di cosa si tratta”.
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Piccinini ha spiegato il suo punto di vista, escludendo che si possa tornare in campo in piena sicurezza a settembre, viste le condizioni in cui versa il Paese: “Spesso la politica non è stata tenera con il mondo del calcio e questo spiega il livore di alcune dichiarazioni di presidenti. C’è un po’ di passato che non riguarda Spadafora. Nessuno ha detto che il campionato riparte senza dubbio o non riparte. Tutti stanno dicendo ‘vediamo che succede’, anche perché del virus hanno capito poco in tanti. Magari tra un mese il virus scomparirà o ci sarà una seconda ondata, non lo sappiamo. Quindi ci vuole prudenza. Ma c’è una differenza sostanziale. Il ministro vuole ripartire solo in sicurezza, quindi rischio zero. Il mondo del calcio, come tantissimi imprenditori, dice di provare a convivere con il virus. E questo vuol dire non rischio zero. Ecco la differenza tra le posizioni. Il calcio vorrebbe accollarsi qualche rischio, non a caso i campionati più importanti stanno temporeggiando. Ma se l’obiettivo del ministro è ripartire a rischio zero, sarà un problema anche a settembre. Perché dubito che a settembre ci sia il rischio zero”.
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