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Thomas Costa vive a Taipei a dieci anni, dove tutt’oggi svolge la professione di allenatore in una scuola calcio. Originario di Massa Carrara, conosce ogni segreto dell’isola limitrofa alla Cina: “Provo a insegnare ai bambini tutta la bellezza del calcio. Anche se gli sport più seguiti sono baseball e pallacanestro, la Premier League locale è diventata campionato professionistico nel 2017. Il livello è discreto”. Isola come già detto alle coste della Cina ma, nonostante ciò, il coronavirus non costituisce una minaccia: “Continuiamo la vita di sempre. Il Governo si è mosso quando in Italia sono stati annunciati i primi casi. Scuole chiuse per due settimane, nessun volo in entrata o in uscita e l’invito a usare le mascherine nei luoghi pubblici”.
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Non una novità per i paesi asiatici proteggere il volto, anche durante una partita di calcio: “Le persone la indossano pure in caso di influenza. Qualcuno anche solo per estetica. L’invito è diventato un obbligo negli ultimi giorni. La scuola calcio dove alleno ha deciso di far indossare le mascherine a tutti, sia istruttori che bambini. Non è facile correre con una protezione sul viso, ma i piccoli si stanno abituando”. La vita va avanti regolarmente, il calcio pure: “Continuano gli allenamenti e le partite. Le squadre si allenano tre volte alla settimana e le sfide sono a porte chiuse. Allo stadio non si vedono mai tifosi, di solito ci vanno parenti e amici dei calciatori. In televisione non c’è l’usanza di guardare il calcio. Spesso le partite sono trasmesse su Youtube”.
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