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Oscar Damiani, ex calciatore nonché noto procuratore, ha commentato ai microfoni di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1 la decisione di far disputare la Supercoppa Italiana in Arabia Saudita: “Si fanno queste trasferte dove si guadagna qualcosa perché le squadre hanno bisogno di introiti, i costi aumentano e si cerca di avere dei ritorni, ma è tutto fuorché sport. Per lo sport non è bellissimo, specialmente per noi che siamo legati alla tradizione. Non mi piace, ma bisogna adattarsi“.
Damiani ha poi toccato un altro tema caldo come quello del calendario fitto: “Sicuramente si gioca tanto, ma in passato una rosa era composta da 16 giocatori, oggi da 30. Con un turnover calcolato non vedo dove sia il problema“. Sui malcontenti dei tanti giocatori andati in Arabia Saudita, invece: “Difficile dire se sia finita o meno la magia. Sul piano sportivo non è il massimo andare lì per guadagnare tanti soldi e poi tornare, ma ci sono nuovi mercati e si aprono nuove strade. Francamente dubito che il calcio arabo avrà un grande futuro“.
“Ancelotti? E’ una garanzia, tiene alto il calcio italiano all’estero. Anche se allena un grande club, ripetersi non è mai semplice. E poi le sue squadre giocano un bel calcio – ha proseguito Damiani, soffermandosi infine su due giocatori – Tiago Djalò lo ricordo nella Primavera del Milan. E’ un ragazzo con doti atletiche importanti, ma deve migliorare nell’attenzione perché ancora commette qualche errore. Marcus Thuram invece è un ragazzo straordinario che viene da una famiglia in cui il rispetto delle regole è fondamentale. Non è un giocatore fantastico solo perché ancora non far 15-20 gol“.
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