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“Personalmente vivo un po’ fuori da Perugia e riesco almeno a correre nei dintorni di casa. Non è bello per nessuno passare le giornate rinchiusi, stiamo vivendo un momento di difficoltà , ma passo il tempo riguardandomi un po’ di partite del passato. In questo periodo si vive con molta tristezza, non possiamo combattere contro il virus e possiamo solo cercare di aiutare chi sta peggio di noi. Devo dire che purtroppo lo Stato non ci dà sicurezza e autorità ”. Sono queste le parole di Walter Novellino che, durante la puntata odierna di “Tutto Calcio Femminile” mandata in onda da TMW Radio, ha colto l’occasione per parlare di coronavirus, delle sue conseguenze e delle gesta di sua nipote Debora Novellino nel calcio femminile e con la Pink Bari. Di seguito le sue dichiarazioni complete:
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SULLA RIPRESA DELLA SERIE A – “Alcune società sono state fuori luogo. Ci sono giocatori che stanno aiutando, ma anche società che parlano e parlano. Siamo in emergenza in tutto il mondo. Il calcio ora non si gioca, stop. Bisogna aiutare ed essere solidali”.
SU DEBORA – “È una ragazza straordinaria, in campo e fuori. Mi piace darle consigli e insegnarle i movimenti. Con la Juve, per esempio, ha fatto un errore e l’ho subito richiamata. Ha tanta voglia di affermarsi e io sono il suo sponsor, meriterebbe anche una chiamata in Nazionale secondo me”.
SULLA CRESCITA DEL CALCIO FEMMINILE – “E’ cresciuto tantissimo. Vedo molta maturità e sono contento dello spazio sempre più grande che si è ritagliato. C’è tanta passione, in Debora e in tutte le altre calciatrici. Mi piacerebbe allenarle. Se parli coi professionisti più di un minuto, sanno già tutto. Due minuti sarebbe già troppo. Se parli con le ragazze, invece, ti ascoltano con lo stesso interesse dall’inizio alla fine”.
SUL CORONAVIRUS – “Cosa penso si debba fare? Non ha senso pensare di tornare a giocare finché non battiamo il COVID-19. Io sarei per annullare tutto e ripartire nella prossima stagione. Non sappiamo cosa succederà . Capisco che tante società hanno fatto grandi sacrifici, ma bisogna considerare prima gli interessi delle persone e dei calciatori stessi: la salute innanzitutto”.
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