Calcio

Calcio, Mondiali 2022: operai costretti ai lavori forzati

Operai - Foto Bhaskaranaidu - CC BY-SA 4.0

L’Amnesty International, organizzazione non governativa che tratta della difesa dei diritti umani in tutto il mondo, ha pubblicato un rapporto in cui muove accuse verso gli organizzatori dei Mondiali in Qatar. Il motivo? Più di 100 operai stranieri che hanno aiutato a costruire gli stadi del Mondiale di Calcio del 2022 in Qatar hanno subito abusi sistematici e sono stati persino costretti ai lavori forzati. Già in passato l’organizzazione si è scagliata contro gli organizzatori dei futuri Mondiali che si disputeranno in Medio Oriente, ma mai aveva lanciato un’accusa così dura.

Il comitato che sovrintende all’organizzazione della kermesse ha reagito contestando che il rapporto dà “un’immagine fuorviante”. Secondo l’ong, gli operai al Khalifa International Stadium, impianto che ospiterà i campionati mondiali di atletica nel 2019, sono stati vittime di lavori forzati: le aziende hanno spudoratamente mentito sui loro stipendi, molti hanno dovuto lavorare per mesi senza neppure essere retribuiti, molti sono stati alloggiati in strutture squallide e inadeguate. A ben sette di loro fu proibito di tornare a casa, in Nepal, per aiutare le famiglie, all’indomani del terremoto dell’aprile 2015.

Le denunce contenute nel rapporto di 51 pagine, “Il volto orribile del ‘bel gioco’”, si estendono anche ai progetti di abbellimento paesaggistico nella Zone Aspire, complesso sportivo molto noto a Doha, dove quest’anno si sono allenati anche il PSG e il Bayern Monaco. L’inchiesta è proseguita per un anno fino al febbraio 2016 e ha riguardato 234 operai, originari quasi tutti di Bangladesh, India e Nepal: 228 hanno detto di aver avuto stipendi minori di quanto loro promesso, molti non hanno potuto far altro che tacere per poter ripagare i debiti contratti per l’ingresso nel Golfo (fino a 4.300 dollari). Secondo Amnesty, la maggior parte aveva avuto i passaporti confiscati e a 88 di loro, tra cui molti nepalesi, e’ stato impedito di lasciare il Qatar. Si attendono nuovi sviluppi sull’argomento.

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