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Dai campi di calcio alle aule di tribunale. Il pluri pallone d’oro, Leo Messi si è presentato stamane di fronte al giudice di Barcellona che ha il compito di valutare le accuse di frode fiscale a suo carico, per le quali l’avvocatura dello Stato ha chiesto 22 mesi e 15 giorni di reclusione. Accompagnato dal padre Jorge e dal fratello Rodrigo, Messi è arrivato con un quarto d’ora di ritardo, è sceso dal pullmino nero con i vetri oscurati sul quale era salito anche un portavoce del Barcellona, club per il quale gioca, ed è stato accolto da una folla di curiosi e da circa 200 tra cronisti, fotografi e cameramen. Uno dei tifosi presenti ha gridato a Messi “vattene a giocare a Panama”. Finora tutti i testimoni sentiti hanno confermato la linea difensiva del giocatore: Messi non prese parte in alcun modo alle decisioni che sono frutto di accuse, tutto veniva fatto dal padre Jorge. L’inchiesta dell’Erario spagnolo si è concentrata soprattutto sui ricchissimi diritti di immagine. In pratica attraverso un sistema di società off shore sarebbero stati evasi tributi per 4 milioni di euro tra 2007 e 2009.