Calcio femminile

Nazionale femminile, la ct Bertolini: “Il Mondiale ha fatto conoscere il calcio delle ragazze all’Italia”

Milena Bertolini
Il commissario tecnico della nazionale italiana di calcio femminile Milena Bertolini - Foto Sportface

Il Mondiale ha fatto conoscere il calcio delle ragazze a tutta l’Italia. Ora c’è una diversa percezione della calciatrice, le bambine si pensano e si vedono come calciatrici, ci siamo messe in moto e non ci fermiamo più. Il mio maggiore orgoglio è aver fatto conoscere il movimento a tutte le italiane e gli italiani, aver fatto conoscere il valore di queste ragazze e quanto sia bello il calcio giocato da queste calciatrici”. Queste le parole di Milena Bertolini, ct della Nazionale femminile di calcio, raccolte dai canali ufficiali della FIGC. A cui è stato chiesto anche degli Europei che si terranno in Inghilterra nell’estate 2022: La qualificazione non era scontata se consideriamo la pandemia e un girone con una delle squadre più forti d’Europa. Credo che questa squadra possa crescere ancora e fare bene, anche se solo il prossimo Europeo ci dirà dove può arrivare l’Italia”.

Italia che dovrà fare i conti con le pressioni derivanti dalle aspettative crescenti verso il gruppo delle azzurre: Se vogliamo crescere dobbiamo confrontarci con le più forti, sopportare le pressioni che sono il rovescio della medaglia dell’aumento di notorietà. Se riusciremo a gestirle con equilibrio, queste pressioni potrebbero diventare un valore aggiunto per noi”. Ma la crescita degli ultimi anni di tutto il movimento è evidente: “Noi probabilmente abbiamo sempre vissuto un senso di inferiorità rispetto alle altre nazionali, anche nel modo in cui ci approcciavamo alle partite. Invece negli ultimi anni le ragazze hanno fatto un salto a livello mentale, ci credono di più, spiega Bertolini.

La ct conclude con una previsione che è anche una speranza per il futuro: “Mi aspetto 100.000 tesserate, bambine che già a 5-6 anni vanno a giocare a calcio, squadre miste e anche un cambio culturale da parte della nostra società”.

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