La “bambina che inseguiva il suo sogno” è pronta a festeggiare i suoi dieci anni in azzurro ai Mondiali femminili 2023. Elisa Bartoli ripercorre le tappe principali della sua esperienza con la nazionale dal ritiro di Auckland, in attesa della prima partita della competizione iridata. “Ho la sensazione che siano volati – le parole della capitana della Roma – se mi guardo indietro vedo tre Europei, due Mondiali e tante altre soddisfazioni. Sono onorata, orgogliosa e fiera di ciò che sono riuscita a fare”. Un viaggio iniziato contro la Finlandia negli Europei del 2013 sotto la guida del ct Cabrini. “È stato un esordio inaspettato. Ero dentro gli spogliatoi e Giorgia Motta arrivò dicendomi ‘esci che devi giocare’. Credevo stesse scherzando, anche perché lei giocava nel mio stesso ruolo e aveva molta più esperienza di me. Alla fine sono entrata davvero in campo ed è andato tutto bene“.
E poi il Mondiale del 2019 da protagoniste sino ai quarti di finale. “Un’esperienza unica, un evento stupendo. Ricordo tanti italiani al nostro seguito e tantissimi tifosi sugli spalti, era la prima volta che giocavo in stadi così pieni – ricorda Bartoli – Eravamo partite senza pretese, ci siamo dette ‘viviamocelo’. Ce lo siamo conquistate e la cosa più bella è stata aver fatto tutto il percorso partendo dal nulla. La prima partita con l’Australia è stata la vera svolta, anche se non ci aspettavamo di arrivare tra le prime otto al mondo, soprattutto da dilettanti”.
Ora è tra le giocatrici con più esperienza di questa Italia che si appresta a una nuova avventura Mondiale. “Ci sono più aspettative, 4 anni fa invece l’ho vissuto con più leggerezza. Dobbiamo riscattarci dopo il deludente Europeo, però alle giovani che ci sono ora in squadra non voglio trasmettere alcuna responsabilità. È giusto che vivano queste settimane con serenità, perché se affrontiamo la competizione in questo modo sono certa che faremo bene”.