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“Quando abbiamo deciso di aumentare il numero di squadre partecipanti alla Coppa del Mondo da 24 a 32 i soliti critici, che tra l’altro sono sempre meno, ma ce ne sono ancora alcuni, dicevano che non avrebbe funzionato. ‘Il livello è troppo diverso’, ‘Sarà un male per il calcio femminile’, ‘Sarà un male per l’immagine del calcio femminile’. Mi dispiace, ma la Fifa ha avuto ragione ancora una volta”. Lo ha detto il presidente della Fifa, Gianni Infantino, a pochi giorni dalla finale Spagna-Inghilterra che chiuderà il Mondiale in Australia e Nuova Zelanda. Sul fronte dei diritti tv e di sponsorizzazione “questa Coppa del Mondo ha generato entrate per oltre 570 milioni di dollari e quindi siamo andati in pareggio – ha sottolineato il presidente della Fifa – Non abbiamo perso soldi e abbiamo generato il secondo fatturato più alto di qualsiasi sport oltre, ovviamente, ai Mondiali maschili. Non ci sono molte competizioni, anche nel calcio maschile, che generano più della metà di un miliardo di dollari”.
Per questo motivo, ribadisce il numero 1 della Fifa, “dobbiamo cominciare a trattare uomini e donne allo stesso modo. Lavoriamo per realizzarlo in tutti i paesi e in tutte le confederazioni. Bisogna approfittare di questo momento, continuare a sognare e scommettere sulla parità assoluta”. Infantino sottolinea che “non tutte le giocatrici possono militare in un club in Europa o negli Usa. La nostra sfida principale per i prossimi quattro anni è creare le giuste condizioni affinché possano giocare come professioniste nei loro Paesi”. E poi un appello ai media radiotelevisivi, perchè offrano degli importi equi per “il calcio femminile in generale e non solo per il Mondiale”.
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