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Per l’Italia femminile è arrivato il momento della verità, quello in cui o si vince o si va a casa. E il rischio, seppur minimo, è anche di vincere ed essere comunque eliminate. C’è una fiammella di speranza per le ragazze di Milena Bertolini, che dopo i cinque schiaffoni presi da una Francia comunque più forte, si sono riprese soltanto nel gioco contro l’Islanda, ma non nel punteggio, un pareggio che ci costringe adesso a battere il Belgio in un vero e proprio spareggio, e sperare che le francesi non perdano contro le islandesi, cosa che appare effettivamente per nulla complicata. Dunque, vincere e sperare. Ma intanto, appunto, vincere. Non sarà affatto facile contro le fiamminghe, tanto fisico ma buona padronanza del pallone, ma non è alle avversarie che dobbiamo pensare, quanto piuttosto a quel che le azzurre sanno esprimere.
Non tantissimo nelle prime due uscite, dove tra demeriti e sfortuna è arrivato appena un punto. La difesa traballa e anche Sara Gama, infastidita da un problema al ginocchio, non sembra più lei e ha sbagliato tanto. Come le tessere del domino, una volta venuta giù il capitano e simbolo della squadra, anche le altre giovani e meno giovani componenti hanno cominciato a faticare. Ci sono però segnali di ripresa, c’è Cernoia guarita dal Covid, c’è la voglia di un gruppo di combattere per entrare ai quarti a tutti i costi. E’ l’obiettivo di questa Nazionale, un’Italdonne forse meno brillante di quella che fece sognare tutti ai Mondiali del 2019, ma con più consapevolezza dei propri mezzi e lo status di una delle migliori squadre del continente. Che, dunque, non può uscire agli ottavi. E allora non resta che incrociare le dita stasera per quella che potrebbe, in un senso o nell’altro, essere la partita della svolta.
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