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“Il Mondiale spartiacque”: così la FIFA, a 100 giorni dal via, definisce la Coppa del Mondo di calcio femminile che partirà il prossimo 20 luglio in Nuova Zelanda e Australia. Lo ha dichiarato Sarai Bareman, responsabile del calcio femminile della FIFA, a NewsCorp Australia, specificando che, nelle previsioni della confederazione mondiale, saranno “più di due miliardi” i telespettatori che si sintonizzeranno per seguire la competizione. Una previsione ottimistica che, tuttavia, confligge con le offerte al ribasso di molti broadcaster dell’emisfero nord, preoccupati dagli orari notturni di molte partite. La cifra prevista dalla FIFA, ad ogni modo, raddoppierebbe l’audience delle precedente edizione, tenutasi in Francia nel 2019. A confortare l’ottimismo della FIFA, ci sono anche i dati della vendita di biglietti: 650 mila quelli già acquistati, e da ieri è cominciata la seconda fase di vendita. “La gente, dopo il prossimo Mondiale, dirà: ‘Quello è stato il momento spartiacque che ha cambiato tutto e ha portato il gioco al livello successivo’. E questo vale in ogni aspetto: commerciale, di partecipazione, di popolarità e di crescita”.
L’intenzione dichiarata della FIFA è quella di far crescere il torneo e per poter competere con gli uomini e portare le donne su un piano di parità in termini di retribuzione. Il Mondiale maschile, ha ricordato Bareman, “è la principale fonte di entrate per la FIFA e il calcio, e genera oltre 5 miliardi di dollari per edizione, e questo è un obiettivo chiaro per il calcio femminile: vogliamo arrivare a quel livello. La prima Coppa del Mondo maschile – ha poi ricordato Bareman – è stata giocata nel 1930 e solo 61 anni dopo è stata introdotta la prima Coppa del Mondo femminile: siamo ancora nella nostra infanzia come prodotto”.
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