Calcio femminile

Calcio femminile, Alice Pignanoli: “Esclusa dalla squadra perché incinta”

Pallone Champions League femminile
Pallone Champions League femminile - Foto LiveMedia/Nderim Kaceli

“Mi sono sentita come una cosa vecchia da buttare”. Questa tutta la rabbia e la delusione di Alice Pignanoli, 33enne portiere di calcio della Lucchese in attesa del suo secondo bambino. Già mamma di una bimba di due anni, Alice ha raccontato in un‘intervista a ‘Dire’ la sua esperienza con la società sportiva quando le ha comunicato di essere incinta.

“Il mister e le ragazze sono state fantastiche, la società invece mi ha detto che non mi avrebbe più pagato nonostante quello che era scritto nel contratto e piano piano ha cominciato a escludermi dalla squadra – racconta -. Prima mi hanno chiesto di restituire il materiale sportivo nonostante io sia tesserata fino a fine stagione, poi di liberare il mio posto letto, e di fatto mi hanno sbattuto fuori dalla squadra senza dire una parola. Se proprio era necessario escludermi, e non ne capisco il motivo, potevano almeno dire qualcosa visto che ho giocato due mesi per loro e ho fatto la mia parte”.

“Hanno iniziato a dirmi che non mi avrebbero pagato gli arretrati e questo è durato fino a stamattina, quando è stato comunicato al mio avvocato che alla fine sono stati pagati – continua Pignanoli -. Se venisse fatto con un’impiegata, gli venisse tolto il computer, poi la scrivania, poi la possibilità di entrare in ufficio ci sarebbero cause da milioni di euro, quando lo fa uno squadra di calcio è un tema nuovo perché di mamme che giocano ce ne sono poche. Ma penso che il rispetto della dignità umana non si deve dimenticare”.

Situazione opposta quella vissuta dalla reggiana quando, qualche mese fa, difendeva i pali del Cesena“Anche lì ero appena arrivata da due mesi e (a causa di un malore in campo, ndr) ho scoperto di essere incinta. Ma la società mi ha trattato da essere umano: mi hanno detto che per loro ero una giocatrice importante e che se volevo potevo restare vicino alla squadra. Hanno strappato il contratto perché allora era prevista la risoluzione in caso di gravidanza, però mi hanno corrisposto il rimborso spese per stare con le mie compagne. Per me quello è stato un gesto importantissimo perché mi ha permesso di sentirmi parte di qualcosa anche se non potevo giocare, un po’ come quando uno si infortuna”.

“Qui l’atteggiamento è stato completamente opposto – aggiunge Alice -. Nonostante il mio intento fosse quello di mettermi a disposizione per iniziare la preparazione ad agosto, loro hanno fatto di tutto per escludermi. Prima ancora dell’aspetto economico questo mi ha ferito”.

“Adesso sto lavorando duramente per restare il più possibile in forma e poi mi rimetterò in campo, anche se sarà molto più difficile della prima volta perché avrò oltre al neonato una bimba di tre anni. Mi godo la gravidanza, poi si vedrà se qualcuno vorrà dare un’opportunità ad una mamma bis” conclude.

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