Ludek Miklosko ha annunciato la decisione di interrompere le cure per il cancro, rinunciando, quindi, a ulteriori trattamenti. Come ha spiegato il 63enne ex estremo difensore del West Ham, la volontà è di vivere nel miglior modo possibile fino a quando gli sarà concesso. Tre anni fa gli fu trovato un nodulo all’anca, sottoponendosi a un’operazione per rimuoverlo, ma un secondo tumore si è sviluppato nel suo stomaco, troppo grande e in una zona troppo pericolosa per rimuoverlo. Inizialmente la radioterapia per “controllarlo” sembrava funzionare, ma la scoperta di ulteriori nuovi tumori voleva dire che sarebbe stato necessario sottoporsi alla chemioterapia. Ed è proprio a questo punto che Miklosko, confrontandosi con il proprio medico, ha preso la difficile decisione.
Nelle ultime ore, il West Ham gli ha reso omaggio diffondendo un lungo comunicato raccontando la storia del portiere e riportando le sue parole. Inoltre, un toccante omaggio gli verrà riservato prima della partita di questa sera contro il Liverpool. Il portiere ceco, infatti, è una leggenda del club londinese, nel quale ha militato per otto stagioni durante le quali ha maturato oltre 400 presenze, contribuendo alle promozioni del 1991 e 1993.
Il toccante messaggio di Miklosko
“Molti amici mi hanno detto che, se non gli avessi detto niente, penserebbero che stia andando tutto bene. Mi piace sentire ciò, perché voglio sentirmi così il più a lungo possibile – ha spiegato Miklosko –. Sto ancora lavorando, mi confronto con i giocatori e con le altre persone, sono molto impegnato, in questo momento – ha aggiunto il direttore sportivo del Banik Ostrava –. Voglio continuare così, tenermi attivo e impegnato e continuare a lavorare nel calcio, perché è quello che amo fare”.
Poi, Miklosko ha spiegato il motivo della propria decisione: “Ho deciso di non intraprendere la chemioterapia perché voglio vivere una vita normale. Sono circondato da ottime persone, ho il mio lavoro, il calcio è la mia vita, tutto quello che conosco. Voglio continuare così il più a lungo possibile. La chemioterapia avrebbe voluto dire non poter lavorare e stare lontano dai miei colleghi per circa sei mesi, non poter viaggiare ed essere comunque debole e malato. E ho detto di no, non è quello che voglio“.